Ho chiamato verso le 14:45, dopo varie volte che suonava "libero", hanno risposto. Con la solita frase ho chiesto "volevo sapere se fosse pronta la mia cartella clinica", ero pronta a incazzarmi ancora una volta, certa già di quello che avrei scritto al direttore sanitario. Invece... "Sì, Signora, la cartella è pronta. Può venire anche oggi, siamo aperti fino alle 17".
"ah, bene". Attimi successivi di panico. Ora? sono pronta ad affrontare l'ultima fase? Quella del "riassunto"? No. Non lo sono.
Tra le altre cose sono nella sala di aspetto del gine ed ho la visita tra 10 minuti. Poi devo andare a scuola per l'ultimo pomeriggio di consigli (in cui io faccio la comparsa).
Chiamo Andrea gli dico di passare che ho con me la delega, prova a dirmi di andarci domani...ma non posso aspettare ancora, devo andare a prendere quello che resta di noi, di tutto questo.
Arriva, io sono già nello studio a parlare con il gine, Andrea ha la faccia tesa, prende la delega e va via, io torno a sentire "come sto".
COME STO? Ho le ovaie che lavorano a "rilento", sono rincoglionite insomma. Ancora. Funziona tutto, ma con calma, calmissima. In pratica i follicoli sono piccoli rispetto al periodo ovulatorio. Questo si traduce nel fatto che non solo l'ovulazione avverrà tardi, ma probabilmente i follicoli non raggiungeranno la giusta "maturazione". Per dirla ancora più sinteticamente... è difficile restare incinta ora come ora. Mai dire mai, certo.
Ho detto al gine che il mese prossimo voglio riprendere il clomid. Ha detto di sì. Per cui il mese prossimo "sveglio" le mie ovaie, anzi, le "raggiro" obbligandole a fare il loro lavoro per bene.
Uscita dalla visita leggo l'sms di Andrea "L'ho presa". Gli dico di portarmela, gli chiedo se ha letto. "Solo il referto del ricovero, ho visto che ci sono dati in fondo, ma non li ho letti". Non ce la fai, Andrea, penso.
Arriva, prendo la busta con su scritto il mio nome, il numero di pratica. È consistente, con fretta inspiegabile inizio a sfogliare... velocemente, lo sguardo si ferma su parole "Nato morto", "placenta", "37 settimane", "25 ottobre". Cerco qualcosa, no so bene cosa... Sento di stare per scoppiare a piangere, trattengo un sussulto, metto tutto nella busta e vado via, devo andare a sorbirmi 4 ore di lamentele sui ragazzi, sui docenti che si mettono in malattia, sulla burocrazia scolastica.
Mi dico che devo iniziare a diventare "grande", assumermi le reponsabilità, prima gli impegni presi, poi il resto. Ho tenuto la cartella con me, a vista tutto il pomeriggio, era, è, l'ultimo passaggio, l'ultimo pezzo di storia.
Torno a casa, preparo la cena e inizio a sfogliare... ed eccoli... i ricordi. Flash back, nitidi, immediati, silenziosi. Ho ripercorso con la memoria TUTTO. Tracciato delle 18:15 il suo cuore rappresentato sopra al mio... le contrazioni regolari ogni 5 minuti. Ecografia delle 19:00... ci sono le immagini...c'è lui...c'è il battito del suo cuore... foglio del ricovero, quella con le domande standard a cui mettere le crocette...leggevo e mi ricordavo del momento in cui ero seduta e il medico mi faceva quelle domande. Ricordo come ero vestita, quello a cui pensavo. Eccoli ancora... in fila, il referto del medico di turno che scrive 20:50 cercata la paziente in reparto (io ero nella sala attigua, a mangiare un pezzetto di pizza) ore 21:15 ecografia che mostra "evidente sofferenza fetale...." e ancora 21:18 "non si evidenzia più battito", e ancora una foto. Quella di Alby con il tracciato piatto.
Sono scoppiata in lacrime...lacrime silenziose, perché non ci sono più parole, lacrime scandite da urla soffocate. Quindi, l'iter del parto. La mia firma della sera, quella che feci per autorizazione l'induzione del parto alle 4:30, una firma in cui si legge il dolore dal tremore della mano.
Ore 7:30 "rottura spontanea del sacco, acque tinte di meconio"
C'è una tabella in cui sono segnate le contrazioni, durata ed intensità. 10:50 nascita.
Ed eccolo lì... ecco lì Alby.
3090 g, 50 cm. Indice di apgar.... 0/0.
Ecco la durezza della realtà, è un numero. 0/0. Morto.
Placenta, 630g. Espulsa dopo 8'. Si invia per esame autoptico.
In quegli 8 minuti, è nato, lo avevano "liberato" dal cordone e me lo avevano dato...e portato via.
Seguono le terapie, la mia autorizzazione per l'immunoglobulina, una firma meno indecisa.
Analisi della placenta. Non ci ho capito nulla.
Analisi autoptica del bambino. "4 giri serrati attorno al collo, morto per asfissia ecc... polmoni giusti per l'epoca gestazionale ..." e poi altro, del tipo presenza di meconio nei polmoni...ovvero che aveva ingurgitato liquido "tinto"...da quanto stavi male amore mio? e ancora qualcosa ad indicare sofferenza nell'area del fegato, e delle meningi... a causa dell'ipossia (vado a memoria, non voglio trascrivere nulla di medico) Se fossi nato come saresti stato? Da quanto stavi male? Da quanto?
Ho parlato con Andrea a cena... gli ho chiesto se pensa che io mi stia "accanendo" visto che voglio riprendere il clomid, visto che voglio rincorrere questa gravidanza mancata. Mi ha detto che il fatto che almeno me lo sia chiesto gli fa capire che non sono solo "accanita" senza pensare... mi ha detto di avere davvero paura ora... che forse avremmo bisogno di aspettare...ma che vuole che io faccia ciò che è mi fa sentire meglio.
E io so solo che ho bisogno di pensare al futuro. Ma temo di correre troppo..temo di rischiare di compromettere il mio rapporto con lui. Entrambi abbiamo perso un figlio... e forse mi sto chiudendo troppo in me stessa, forse mi sto dimenticando anche del suo dolore... e del fatto che si sta preoccupando per me...
Oggi ho preso ciò che restava di noi. Ho riletto me, la disperazione di quelle ore, il nostro amore.
Il mio gruppo sanguigno è 0 negativo. Andrea è A positivo.
Alberto era A negativo.
Era proprio metà me e metà Andrea. Era proprio la combinazione perfetta, l'amore fatto in persona.
Che sia solo amore quello che potrà salvarci.
Ciao Alby.