Eccomi. Con oggi basta contare. Contare non serve a nulla l'ho già detto, è solo una misura del tempo, una misura della distanza oramai evidente, e che me ne faccio?
Avevo deciso che con oggi avrei terminato questo percorso. Avevo deciso di cominciare un nuovo blog, perché volevo continuare a scrivere...mi è mancato farlo. Ma poi ho cambiato idea.
Non posso abbandonare questa parte di me, e se è vero che contare non serve a nulla e non mi va più, è anche vero che sono cambiata in questi 100 giorni, sono cambiate le emozioni... e così cambierà anche il blog, insieme a me. Come già è cambiato nei giorni precedenti. Cambio l'incipit del blog, nom è più un "percorso personale di sopravvivenza verso una realtà diversa da quella che doveva essere". Sono sempre io che continuo nel cammino ma con le tasche piene di tante emozioni, e uno zaino carico di speranza e luce. Sempre Silvia, un po' meno maledetta però. Basta piangersi addosso, basta. Ma sì alle emozioni positive e un po' anche a quelle negative che servono per apprezzare le cose belle. Ho messo anche un gatto, se gli tocchi la testa fa miao, se gli tocchi la pancia fa le fusa.
Cosa è successo in questi 8 giorni? Bhe un po' di roba.
Ho mantenuto i contatti con le mie amiche di blog, ho conosciuto persone nuove, ho scoperto che questo blog lo leggono in tante, e che da questo alcune donne come me ne ricavano forza (e questo è bellissimo, no?), mia sorella ha portato Misa a Bologna con Leo, perché io avevo in chiusura un libro, Misa sta bene ora.
Nel frattempo si era ammalata Chibiusa (quando è nata era l'epoca di Sailormoon...ha 15 anni) ma anche lei si è ristabilita, per fortuna niente di grave. Il mio computer ha cominciato a dare segni di cedimento e la prossima settimana andrà dal dottore.
Sono andata a vedere
Django con Andrea e mi è piaciuto un sacco. Mi ero quasi ammalata ma è durato un giorno, poi l'esercito di Vitamina C che ho nel sangue ha debellato ogni forma batterica e/o virale. Continuo a bere litri di aranciate. Abbiamo un nuovo animale a casa, si chiama Arturo, è un verme. Era in una noce e non me la sentivo di buttarlo nella spazzatura così lo abbiamo messo in un barattolo con i fori sul coperchio, gli abbiamo messo altri pezzi di noce e lo abbiamo lasciato lì. Per vedere anche se magari si trasforma... non lo so tutti i bruchi/vermetti si trasformano? Bho. Mi sa che però è morto... non si vede e non si sente. Sono andata in trip con un infuso della Twinings assaggiato da Anto, è a base di ribes nero, ginseng e vaniglia...un tripudio di bontà, provatelo.
Ho comprato 5 libri nuovi, tra cui quello di Simona Sparaco
"Nessuno sa di noi", molto forte, molto bello. L'avevo iniziato poi l'ho dovuto interrompere... causa sensazioni identiche a quelle vissute. Ieri sera l'ho ripreso e l'ho finito. Ho pianto molto. Avevo scritto all'autrice (che mi ha anche risposto, non credevo lo facesse) appena lo avevo iniziato...ora vorrei scriverle di nuovo. Mi sono resa conto che così come tante persone mi hanno scritto in questi mesi anche io sento il bisogno di ringraziare lei. Che sia masochismo il nostro? Cerchiamo persone che sappiano esattamente quello che proviamo o abbiamo provato... cerchiamo, e ci piace anche molto, di sapere, di leggere cose come quelle che abbiamo vissuto. Davvero sembra masochismo...ma credo sia qualcosa di più sottile, di più intimo. Forse un processo/passaggio necessario per andare avanti. Lo scopriremo con il tempo. Ci sono alcuni passaggi del libro identici a quelli vissuti, la storia è un po' diversa, la protagonista interrompe una gravidanza oltre i termini di legge a causa di una grave patologia per il bimbo. Ma il momento in cui il tuo mondo perfetto crolla e quello del parto, e dei giorni seguenti..sono gli stessi. Anche il compagno..quello che dice, quello che fa..uguale ad Andrea. È una storia vera. È accaduto alla stessa autrice, non so in quale misura ma so che sa cosa scrive perché lo ha vissuto. E poi altrimenti certe cose non le puoi nemmeno scrivere...mica si può inventare un dolore così.
Ieri sono andata alla presentazione del libro di
Raffaella,
"Lettera a un bambino che è nato", così ci siamo conosciute. È stata davvero carina con me... ed è stato bello partecipare alla presentazione del suo "percorso", della sua vita. La sua è una storia a lieto fine, come lo ha definito anche lei, ed è una testimonianza importante per tutte quelle donne che sanno cosa vuol dire cercare di avere un bimbo e non riuscirci in maniera naturale.
Ho terminato di leggere Concita "Malamore", e mi mancano una decina di pagine per quello di Isabel "La somma dei giorni". Con Concita ho conosciuto storie di grandissime donne, soggette loro malgrado a violenze di vario tipo, con Isabel, invece, la storia della sua famiglia negli anni successivi alla morte di Paula (la figlia). Insomma, letture leggere. Me ne rendo conto da sola...
Ma le ho terminate, ora vado verso letture più allegre, con storie a lieto fine.
Siamo andati da Alby con Andrea, ci sono tantissimi fiori colorati...tante margherite. Stare da lui mi fa sempre bene, mi conforta.
Sono andata a nuoto e a Yoga, con quest'ultima ho scoperto, non solo di essere legata quasi come le vecchie che stanno al corso, ma che il mio corpo "scricchiola"... e allora penso sempre che Anna, forse, aveva ragione, sarei dovuta stare a letto almeno un mese...
La prossima settimana sarà il mio compleanno. Ho prenotato in un locale, festeggerò i miei 34 anni. Come è giusto che sia. In breve questo è quello che è successo in questi 8 giorni.
Ricapitolando, continuo la mia strada, ma con intenti diversi, perché questi 100 giorni mi hanno portato fino a qui, mi hanno aiutato, e mi hanno permesso di superare il vuoto che avevo dentro.
37 le settimane che ho vissuto con Alby, 100 i giorni necessari per capire che dalle cadute ci si rialza più forti di prima. 3 i mesi/gradini superati. Tanti e senza contarli i giorni che mi permetteranno di vedermi cambiata, migliorata, cresciuta.
Aspetto la primavera, insieme ad Arturo. Chi mi ama mi segua.