ogni volta che scrivo piena di speranza, ogni volta che dico "mi sono rialzata", arriva lesta e silenziosa una batosta che mi fa capitolare... il tutto avviene entro le 12 ore da quando l'ho esclamato.
Allora ho deciso che non lo dirò più. Embè che so' scema?
Ho parlato a lungo ieri sera con Andrea... e mi sono sentita una stupida (capita spesso anche questo). Mi ha ascoltato, ha aspettato che terminassi le lacrime, che terminassi di dirgli tutto quello che penso, di come sto, di come è assurda la vita... e mi ha detto "Ti capisco, ma dobbiamo andare avanti", mi ha detto che a lui non cambia niente quando qualcuno gli dice che aspetta un bimbo e lo fa con attenzione dicendo "non sapevo come dirtelo...sai quello che ti è successo", perché lui ad Alby ci pensa ogni secondo. Io invece è come se mettessi in un angolo tutto il dolore e poi arriva qualcosa a ricordarmi quello che è successo...e sono travolta in pieno. Mi ha detto che anche lui pensa a come sarebbe ora se ci fosse lui...ha detto "saremmo inebetiti, stanchi...ma felici". Il suo essere padre lo ha travolto quando è rimasto in obitorio con Alby...quando è rimasto per fargli compagnia...perché non se la sentiva di lasciarlo solo.
E lì mi sono sentita piccola..piccola...piccola, piccolissima
Ho toccato di nuovo il suo dolore. E questo non lo sopporto. Non voglio che stia male anche lui... ma è inevitabile...e lui mi dice che non può vedere me stare male...insomma siamo perfettamente in sintonia.
Allora non dirò ora che sto meglio, che mi sento di nuovo piena di speranza.
Però posso dire di avere un uomo meraviglioso accanto. Questo lo posso dire con certezza e a pieni polmoni.
E ascolto la canzone di vasco che preferisco in assoluto...quella che amo da sempre...e che riascoltandola mi sembra perfetta.
Che cosa è stato..cosa è stato a cambiare così...mi son svegliato ed era tutto qui...
Ho imparato a capire che, per ogni situazione c'è una ragione.
RispondiEliminaLa risposta non è che c'è una spiegazione alla partenza di Alby. La risposta sta nel fatto che, grazie a lui, tuo marito ha assunto una consapevolezza di padre che altri uomini non possono avere normalmente finchè non "toccano con mano" i loro figli, e questo di solito avviene anche molti mesi dopo la loro nascita. Per loro è diverso. Non hanno la possibilità di "sentire" quello che accade come per noi che li teniamo in grembo per nove mesi e che impariamo ad amare sin dal primo istante. Per noi è più facile. Loro, gli uomini, si devono fidare di quello che diciamo, e solo chi ama intensamente, la sua donna e il frutto del loro amore, riesce a sentirsi "già" padre anche prima. Per la maggior parte non è così. Ai ns uomini è toccato questo. Di diventare padri, come noi siamo diventate madri, anche senza i loro figli. Ed io credo fermamente che nella disgrazia, questa sia una condizione bellissima.
Pensaci Silvia, al di là del dolore e delle lacrime.
Non puoi evitare che lui soffra, e ti capisco, tantissimo. Sono le persone che amiamo di più su questa terra e mai vorremmo soffrissero come noi. Ma sono come noi. Non possiamo evitarlo.
Ripartite da questo.
Riparti da questo dolore. Non è che se dici di sperare ti arriva automaticamente una tegola. E' una cosa grande quella che ti è accaduta, enorme. Infinita. Vedere il proprio figlio non in vita Silvia, come si può? E tu ora stai reagendo. Il tuo cuore e il tuo corpo reagiscono a tutto questo lacerante dolore. Se ti senti meglio è la conseguenza di questa lotta interna contro il dolore, come quando assumiamo gli antibiotici per sconfiggere il virus influenzale. Te la immagini la lotta che c'è? E fa male. Ma è una reazione. Può essere in giù o in su. E' tutto normale.
Dillo che ci credi nella Speranza. Dillo Silvia!! che ti fa bene e ti aiuta!!
Fa male vedere che soffrono, ma lo fanno soprattutto senza dircelo, e non possiamo evitarlo, anzi, credo che i momenti di condivisione del dolore, delle parole, possano aiutare a trovare nuova linfa per andare avanti.
RispondiEliminaIo quando mi confronto con lui dopo mi sento un po' più "leggera".
È vero, è come dice Anna (di cui condivido tutto il commento): sono diventati padri senza aver vissuto i loro figli.
Poco dopo averla persa, mrT mi disse che il fatto di amare così tanto una persona che non c'era e che non aveva mai visto (non l'ha vista neanche da nata) era per lui fonte di mistero e meraviglia.
Era come se gli aprisse una specie di porta sulla possibilità di sentire intimamente anche le presenze invisibili.
Era diventato padre anche se il bimbo non c'era. E sentiva questo carico di amore e di dolore.
La coscienza di madre che si forma durante la gravidanza è dettata da questioni materiali, fisiche, oltre che emotive; l'essere padri è qualcosa di spirituale, che nel nostro caso rimane tale. Ed è una condizione bellissima e struggente, sì.
Io questi uomini che si sentono padri così li abbraccerei tutti, perché sono dei miracoli.
Ci sono uomini che fanno fatica ad essere padri anche molto tempo dopo la nascita dei loro figli, o che non riescono mai ad esserlo davvero.
Andrea è meraviglioso, fidati di lui, digli e dì a te stessa che ci credete, che costruirete ancora qualcosa di bello, che il vostro Amore saprà portarvi lontano, che siete insieme, e questo conta più di tutto.
Deve esserci una risposta a tutto questo, deve esserci per forza, altrimenti la vita sarebbe troppo crudele mentre invece tutti noi abbiamo il diritto alla serenità di vedere un sogno realizzato. Mi sento inutile in questo momento ed anzi lo sono. Però vorrei tanto abbracciarvi, lo vorrei davvero.
RispondiEliminaHey che succede, mi son persa qualcosa, ti ho lasciata ieri, serena parlando di libri dell'Allende ti ritrovo con due post... ma in che giorni sei?? non è che c'è qualche tempesta ormonale in corso??? Ragioniamo un attimo FICO che il 2013 è un altro anno fertile... a noi serve che sia così.. ;) poi sul discorso padri, per me Jonatha (mio marito) è stato padre dal primo istante che ha saputo del test, non lo portava in grembo, ma lo toccava, lo sentiva muovere, li parlava, è stato presente per ogni ecografia ed esame, si preoccupava per noi ogni istante, ha imparato a ragionare da padre, ha versato lacrime, ha chiuso la bara di suo figlio.. Ha perso il suo a otto anni e con Jacopo sarebbe stato il suo riscatto, di poter fare insieme tutte quelle cose che a lui son state negate.. Ora lo so che stai meglio, ma avrei voluto averti letta ieri, quando avevi bisogno... ti mando un bacio grande grande... ps me li dici i nomi??? :D :D :D ;) ahhahaha
RispondiEliminaGrazie come sempre del vostro supporto...
RispondiEliminaè vero, Alby ha cambiato il modo di essere di Andrea o almeno quello di essere con me...sarebbe stato meglio scoprirlo con Alby vivo. Andrea scherzando sulle nostre et`a mi dice che noi saremo genitori "consapevoli, maturi", indubbiamente tutto questo ci ha permesso di conoscere aspetti di noi stessi che non conoscevamo, ha stretto ancora di più il nostro legame, il nostro parlarci solo con lo sguardo. È che vorrei che il dolore fosse solo mio...anche se evidentemente spesso non riesco neanche a gestirlo... non lo so è che non ce la faccio a vederlo soffrire... a vederci così. Quando ieri gli ho detto di provare pena per me...per la nostra situzione, mi ha detto che l'unica pena è per Alby, che noi non facciamo pena... questo bimbo così bello (almeno e ovviamente per noi lo è) ci ha permesso di scoprire cose che avrei preferito non scoprire. Dice Andrea che ora siamo più forti, più solidi e consapevoli della vita... ma ha ammesso anche lui che sarebbe stato meglio non esserlo e vivere ancora da "giovani spensierati", invece in pochi anni le nostre vite sono cambiate. Sento di dover essere positiva anche per lui...ma sento anche di essere davvero stanca.