Non sono necessarie parole quando ti conosci, talmente bene, da sapere esattamente quale sarà il primo pensiero della mattina.
Nemmeno l'ultimo della sera.
Non servono le parole se con uno sguardo ci si dice tutto.
Non serve parlarsi se si è parte l'uno dell'altra.
Noi parliamo tanto, ma a volte basta un'intesa, uno sguardo complice, o usare le parole del proprio personalissimo vocabolario.
I gesti abitudinari, le frasi che fanno ridere, i pensieri che fanno male, la voglia di tornare ad essere felici.
Così io so esattamente come sta lui e lui come sto io.
Parlando con Francesca, una mamma speciale come me, sembra che questo sia davvero il periodo più difficile di questo percorso. Con i quattro mesi, si toglie di dosso il torpore dell'incredulità, dello stato di shock e avanza la consapevolezza di tutto quello che è successo, guardi intorno e vedi cosa è successo, e senti il vuoto, lo senti e lo tocchi. Questo è il periodo in cui tutto è limpido e doloroso.
Come un taglio, appena ti ferisci il sangue non esce subito, c'è un istante in cui la pelle diventa bianca e poi arriva il rosso fluente che si accompagna al dolore fisico. Ecco, siamo sangue che sgorga ora.
L'altro giorno sono andata a fare il regalo ad Ernesto nel negozio dove ho comprato molte delle tutine di Alby, le prime. Mi ha fatto effetto...volevo scappare via... vedevo i vestitini e volevo piangere. Eppure avevamo già comprato dei vestitini per MaVi e per Erny stesso... ma non lì...o forse era quando la pelle era bianca...quando ancora non sentivo "questo".
C'era una mamma che sceglieva vestitini per la figlia (brutta) ed io mi sono rivista quando ero lì con mamma e Stef a comprare le "primissime cose".
Strane sensazioni si accavallano. Continui sbalzi di umore, continua lotta interna. Continua rabbia.
Oggi dovrei chiamare l'ospedale per parlare di nuovo con il laboratorio e con la Signora S. (un nome ce l'aveva...me lo sono fatto dare), ma non ci riesco. L'altro giorno quando ho parlato con il tecnico del laboratorio mi ha detto che "allo stato di lavorazione in cui siamo arrivati...bhe ci vorranno 5,6 o 7 giorni, in ogni caso lo dico alla Dott.ssa di sollecitare la lavorazione, sa Signora io la capisco ma purtroppo, ed è brutto dirlo, diamo la precedenza ai vivi".
I vivi.
La vita deve venire prima della morte è vero. Lo stesso giorno ho incontrato il primario dell'ospedale sotto casa... anche lui mi ha detto che sollecitava.
Domani magari chiamo.
Sono giorni davvero durissimi. La mancanza è dolorosa, è davvero ferita aperta.
Mi dico che sono arrivata fino a qui... e allora posso ancora avanzare. Devo provare a lasciar perdere le vite degli altri, i pensieri degli altri... perché nessuno può capirmi davvero. Non posso pretendere che gli altri siano tristi, né che non esternino le loro gioie. Ho nascosto le mie amiche incinte su fb. Non ci riesco a leggere che si lamentano per le nausee...di cosa ti lamenti? l'ho detto ad Emy e giustamente mi ha detto "non puoi pensare che scrivino e pensino a te...e poi credo che anche te lo abbia fatto" è vero... ma non credo di essermi lamentata prima dell'8 mese (ed era un lamento ironico). Non posso pretenderlo, ma posso nascondere.
Posso chiudere gli occhi e non pensarci.
Non posso condizionare la mia vita in funzione del resto del mondo. Prima o poi tornerà il sole anche qui.
Avevo cominciato parlando di me e Andrea... e poi ho fatto un volo pindarico.
Sono emotivamente instabile e fragile.
E non serve parlare, non serve chiedere aiuto, perché non c'è aiuto.
E lui lo sa, lui capisce tutto.
Questa mattina tornato dal turno di notte mi ha fatto trovare un cornetto ripieno di crema e panna.
Lui che solitamente non mi porta la colazione a meno che non glielo chieda, lui che sa che se mangio cornetti li mangio piccolini... era un cornetto grandissimo, che strabordava di crema e panna...
La famosa "terapia del dolce".
Me lo sono mangiato tutto. Ho addolcito la giornata...anzi, senza parlare lui mi ha addolcito la giornata.
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RispondiEliminaTesoro ti ricordi quando leggevamo che tra il quarto ed il sesto mese per molti è il periodo più duro?
RispondiEliminaIo non voglio legarmi a numeri, mesi e date, ma credo che un fondo di verità in questo ci sia.
E in mezzo a questa consapevolezza dell'assenza, che ora si fa più spietata, bisogna riconoscere una specie di "processo", un fluire di sensazioni e stati d'animo in divenire, che seguono il corso che gli altri prima di noi di cui leggiamo le storie, con cui ci confrontiamo, hanno purtroppo provato.
Questo vuol dire che si va, si vive il dolore, ma si avanza con esso e in esso. Ci trasformiamo, si trasforma, e questo non vuol dire sentirlo di meno, anzi. Ma averne coscienza credo sia importante, e come sempre tu senti tutto.
Io non ho parole da dirti, solo sappi che sono sempre qua a leggerti, a pensarti, a vivere quello che verrà, mentre cerco di sopravvivere a quello che è già venuto.
La precedenza "bisogna darla ai vivi", sì (che delicatezza st'ospedale...) ma nella nostra vita chi non c'è ha un posto importante, fondamentale e sapere ci serve, per continuare in qualche modo, ma loro non possono saperlo.
Nessuno può sapere.
Lo sa solo chi lo vive.
Io ad esempio so quanto sia straniante rendersi conto che "gli altri non sono tristi nè possono frenarsi dall'esternare le loro gioie". Oh, quanto lo so!
È una spaccatura profonda tra quello che c'è dentro di te e ciò che avviene fuori...
Colmarla si può, ma ci vuole tempo. Tempo perché le gioie altrui tornino a sembrarti normali del tutto, e anzi, possano essere motivo di gioia piena anche per te.
Ma come puoi immaginare, a quel punto ti sarai trasformata ancora.
Un abbraccio forte.
Elvi
È vero elvy... mi sembra ieri quando leggevo i messaggi di chi viveva la nostra storia con mesi di differenza, e mi sembrava così illogico...dicevo "dopo 4 mesi... bhe, cavolo.." e invece... invece avevano ragione quando mi dicevano che dovevo "darmi tempo". Ho peccato di presunzione. O forse ho solo reagito d'impeto. Peeò eccomi qui, anzi, eccoci qui amica mia... spero passi presto questo senso di impotenza e di frustrazione... ti abbraccio
EliminaDare la precedenza ai vivi...questa non è una risposta. Ti chiedo scusa per lui che ha avuto il coraggio di dirtela.
RispondiEliminaio sono ormai abituata alla gente...sono stati capaci di dirmi di tutto...in ultimo anche "consigli su come restare incinta", oppure frasi del tipo "mio figlio lo PUOI tenere in braccio"...cose assurde, senza senso.
EliminaNon ci faccio più caso, non più di tanto almeno. Se il "non vivo" non fosse stato della suddetta dottoressa, o del dottorino che mi ha risposto... forse avrebbe contato più di un vivo. Grazie piky, un abbraccio
...questa cosa del cornetto è talmente bella e talmente "difficile" da riconoscere che sto zitta e ci ricamo sopra sogni. e con la tua condivisione cerco di imparare.
RispondiEliminaoggi è una giornata faticosa e leggerti mi fa tornare un pò in me.
fb e i social simili sono bombe a orologeria, io ci sto per vari motivi tra cui il lavoro della coop, ma sò cosa significa nascondere le gioie altrui, non sopportare le ostentazioni e condivisioni e capisco la rabbia, il fastidio e l'insofferenza. il dolore. guardo (perchè guardo!) e passo. e trovo Voi.Te.un bacio
SiRvia... è vero sono bombe... però ora ti voglio come amica di feisbuuk...!!
EliminaCara Silvia, vorrei davvero che le lacrime che suscitano le tue parole potessero trasformarsi in conforto, in sollievo e sorrisi. Non so come si fa ma ti abbraccio forte e finchè lui saprà addolcire le tue giornate potrete fare tutto.
RispondiEliminaOggi sto meglio...lo dico sempre, sto male, poi meglio, poi ancora male... il tuo abbraccio è arrivato ed è gradito! È vero..con lui accanto sento di poter fare molto...
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