venerdì 22 febbraio 2013

Giorno 120 -- 4 gradino

120 gg. Lo so che avevo detto che non avrei più contato... ma il contatore interno ha continuato a girare. 4 mesi. In realtà saranno 4 mesi il 25, ma a me piacciono le simmetrie, le cose fatte con una certa regolarità... salgo un gradino ogni 30 giorni, se lo facessi alla scadenza esatta sarebbe come salire scale con un numero di gradini vario...una sorta di quadro di escher. No. Continuo così.

120 giorni.

se dovessi dire come va, direi che ancora non lo so. MEGLIO però.

Negli ultimi due mesi il tempo è trascorso lentamente, alcuni giorni si sono proprio trascinati uno dietro l'altro, e con fatica me li sono scrollati di dosso. Il dolore si è modificato. È proprio vero che il dolore si trasforma... ora è un dolore sordo, costante e profondo. Una mancanza morale oltre che fisica. Ora sono consapevole di quanto accaduto. E mi guardo le cicatrici che tutto questo ha lasciato.

Ho ancora giorni neri. Ne avrò ancora per tanto tempo. Improvvisamente si apre la voragine e ci finisco dentro con tutte le scarpe, mi dispero, mi calmo, mi rialzo dolorante e riprendo a camminare. E a volte riesco anche a sorridere di quello che vedo intorno.


Sta aumentando però il senso di inadeguatezza. Alcune volte mi sento proprio fuori posto, come se non potessi collocarmi da nessuna parte. Non posso tornare ad essere quella che ero perché non lo sono più, ma non posso nemmeno dirmi di essere diversa perché la mia vita è la stessa di prima.

Come se ti dicessero di indossare degli abiti con una taglia in più della tua. Ti stanno, ma stai scomodo. Cammini ed inciampi, perché i pantaloni sono lunghi e ti cascano, e la maglia è larga a tal punto da farti sembrare goffa.

Ecco, credo di aver reso l'idea.

Il mio omino del cervello è tornato alla sua attività preferita: cantare. Così in testa ho sempre le sue canzoni (spesso canzoni anni '60, si vede che è un amante del passato...), saltuariamente proietta immagini cariche di speranza...ma in generale direi che si è impigrito notevolemente..o forse ha esaurito il compito impostogli per necessità dal mio sistema nervoso.

Non riesco a buttare quel mezzo chilo in più, Andrea una volta mi ha detto "stai bene, hai le curve di una mamma", mi sono messa a piangere. C'è rimasto talmente male che da allora mi dice solo "stai benissimo, alla fine hai 34 anni, mica puoi pensare di avere il corpo che avevi a 20!"... mi fa tenerezza, perché lo vedo che prova a farmi stare bene dicendomi  frasi tra lo scontato e il banale. È bravo il mio uomo forte.

Ho ripreso i contatti con le mie amiche Mamme di Novembre, e ne sono felicissima... piano piano si leva la nebbia che avevo intorno e riesco a vedere i contorni delle cose che mi circondano, e questa è una bella sensazione. Una di quelle sensazioni da affiancare al senso di completezza di cui ho parlato spesso.

In sostanza mi posso definire "inadeguatamente consapevole" con pantaloni larghi.

Il prossimo gradino mi vedrà cambiata, forse con i pantaloni giusti...per ora metto una bella cintura e faccio un orlo fermato con due spille.




PS la canzone me l'ha suggerita OdC...




4 commenti:

  1. Hai reso perfettamente il senso di essere inadeguate, senza un posto dove e come stare...è davvero difficile ritagliarsi una nuova dimensione.
    Ma questo credo sia il segnale che comunque stiamo cercando di ritrovarci.
    Ci vorrà del tempo e tanta fatica ancora.
    La "diversità" non sta nel quotidiano fuori, ma dentro. Ed è proprio il vivere fuori che contrasta con quello che si vive dentro e che ci porta in questa specie di limbo.
    Ricominciare a vedere i contorni di ciò che ci circonda, saperli rimettere al loro posto, è bellissimo. E dà fiducia che ci riusciremo anche coi pezzettini di noi stesse che andiamo raccogliendo e ricomponendo.
    Dobbiamo ridefinire i nostri contorni. Quando ci riusciremo sarà la nostra Primavera.

    Anch'io conto ancora, ma credo che conteremo sempre.
    È una delle poche cose materiali che ci restano dei nostri figli.

    Un abbraccio stretto stretto.

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  2. Io amo i vestiti ampi. Ti ci metti dentro e nascondono tante cose. Imperfezioni che altri non vedono ma che tu conosci. E' bella Silvia questa tua metafora. Capisco il senso di inadeguatezza, lo immagino e tu rendi benissimo l'idea. Tu sei diversa ma dici di avere la vita di prima. Fai però una cosa che prima non facevi:yoga. E se posso permettermi, secondo me dovresti provare a fare altre cose che prima non facevi, così da riempire le fasi transitorie di un presente che, domani sarà diverso.
    Sarà diverso, ne sono sicura.
    Abbraccio
    Raffaella

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  3. Cintura, orli e spille... è l' arte di cambiare prospettiva, anche solo per un momento.

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  4. un abbraccio tesorina, ti sentirai inadeguata e hai tutte le ragioni x provare questa sensazione ma non dimenticarti mai che sei bella bella bella, dentro e fuori!

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