mercoledì 2 gennaio 2013

Giorno 69

Niente di che da annotare. 

Anna continua a dirmi che mi trova bene, "non credevo sai?" "la pancia è sempre di meno", si è stupita del fatto che prima accendendo la TV abbia messo su "Sedici anni e incinta", perché non credeva riuscissi a guardarlo, ma a me quel programma piaceva pure prima... che palle, mi devo pure sentire in colpa perché sto meglio?

UFFA. Quando mi dice "eh speramo che ti torna presto un fijo" mi verrebbe voglia di grattarmi le palle che non ho.  Perché quel "speramo" mi sembra detto con il tono compassionevole di quando si dice a un asino di volare, probabilmente sono io che mi faccio le fantasie. Ma perché la gente non perde mai occasione per stare zitta? Perché deve parlare e dimostrare di essere imbecille? Ma questo discorso poi vale in generale. Quante persone vorrei zittire ogni giorno, basta aprire fb e vedere quali post interessanti e brillanti pubblica la gente per farsene un'idea.

Quanta pazienza bisogna avere "con i figli degli altri", ovviamente bisogna dispensarne un po' per "tutti gli altri" in generale.

Comunque è vero, non ho quasi più la pancia. Magra consolazione (in tutti i sensi).

Fatemi santa, subito.

13 commenti:

  1. Hai scritto una cosa terribilmente vera "che palle, mi devo pure sentire in colpa perché sto meglio? ".
    Credo sia già un grande sforzo quello che fai per razionalizzare, non c'è spazio per sensi di colpa!
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! è che la gente si aspetta di vedermi piangere/disperarmi/morire. Forse perché la maggior parte delle persone pensa che sia più facile lasciarsi andare, o forse solo perché non ha mai vissuto un dolore simile. Quanta rabbia che provo...già mi sento emarginata perché molte persone non mi trattano/frequentano più come prima (perché non sanno come comportarsi, dicono)in più ci mettiamo questa... e va bhe, tocca sopportà!! Un bacino

      Elimina
  2. tesoro mio,
    la gente è strana.
    Se stai male ti evita, sei stai bene ti guarda di traverso pensando "ma come fa"?
    La questione è sempre la stessa, non si riesce a rapportarsi con cose così grandi.
    Il nostro caso è come quando le persone si devono rapportare ad una persona a cui è morta una persona cara. Magari non pensano che sia così (soprattutto nel mio caso che perdo i miei figli "solo" nel primo trimestre) ma cmq avvertono che il ns dolore è lo stesso. Allora che fai? Ne parli ? non ne parli? Della morte la genta ha pudore.
    Io ne parlerei sempre.
    Io parlerei sempre della persona che è venuta a mancare. L'ho fatto, lo faccio, e le persone mi guardano come per dire che sto sempre a pensare a quella cosa e invece loro no, loro non ne vogliono parlare, non si deve proprio nominare!!
    Invece io parlo della mia migliore amica per esempio,che se ne è andata ormai tre anni fa. Ne parlo di continuo, me la sogno, ma sono serena. Ma perchè no? Io la reputo una forma di rispetto per quello che è stato in vita.
    E allora parlerei sempre di questi miei figli, ora con dolore ma vorrei tanto farlo all'esterno anche con gioia. Perchè no?
    Invece non si può.

    Della morte la genta ha pudore.
    Ma sai una cosa Silvia?
    Questa gente ha pudore anche della vita.
    Noi, che la vita l'abbiamo avuta dentro, e poi insieme alla morte, siamo nate di nuovo dopo l'addio dei nostri figli, noi conosciamo Silvia. Abbiamo uno strumento in più di conoscenza che gli altri non hanno.
    E va bene così.
    Questa è la più grande lezione che i miei figli mai nati mi hanno dato in tutto questo tempo.
    Non quest'ultima gravidanza.
    E' una consapevolezza già maturata in me e che io auguro presto arrivi anche a te, perchè questo anche vuol dire "stare meglio"....del resto, fregatene.

    (scusa, sono un pò fuori tema con il post mi sa....)

    RispondiElimina
  3. Cara Anna,
    grazie delle tue parole. È proprio come dici te e poi ce lo siamo detto tante volte... la morte fa paura e "certe storie" bisogna dimenticarle, non parlarne. Anche io voglio parlare di mio figlio.... perché ce l'ho un figlio! E te hai i tuoi. Quanta consapevolezza ho acquisito, quanto possiamo raccontare di noi ora? Perché io ho scoperto cose di me che non credevo... io mi sono riscoperta. Fai bene a parlare della tua amica, fai proprio bene. Il resto del mondo non capisce, purtroppo o per fortuna, non sa che queste vite strappate necessitano di essere ricordate, di essere mantenute in vita. Ma noi sì, e allora doniamogli il rispetto che meritano. Ti abbraccio forte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi dispiace essere così in sintonia con te sai Silvia?
      Perchè questo significa essere passate per le maglie strette di questo dolore...
      ovviamente mi ritrovo in tutte le tue parole..

      Elimina
  4. Ieri mia suocera mi ha detto che la sera di capodanno ha lasciato la tavola apparecchiata (da loro si usa farlo) anche per Alma.
    Mi ha fatto un grande regalo!
    Mia madre non ama parlarne, invece, e ho capito che ognuno ha il suo modo di affrontare la cosa. Però vorrei che le persone a cui tengo capissero che a me invece va di parlarne, anche se scendono le lacrime non importa, perché è normale che sia così. Le lacrime sono anche loro una misura dell'amore, non avendo avuto la fortuna di possedere molti altri modi per esprimerlo...

    Sulla compostezza del dolore (perché nella nostra cultura a volte chi si strappa i capelli può agli occhi di molti sembrare che soffra di più), ti linko questo post sul kijo giapponese, che a tratti descrive un po' quello che accade anche a noi.

    Bacio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. che bella la tavola per Alma!! ora mi guardo il post

      Elimina
    2. interessantissimo quel post...
      il posto per Alma mi ha commosso fino alle lacrime, magari qualcuno lo avesse fatto per noi, qunato ci avrebbe aiutato e sollevato...

      Elimina
  5. Ciao Silvia,
    è un pò che leggo il tuo blog ma non riuscivo mai a trovare il modo (coraggio) di commentare.. sono entrata nei tuoi post da un tuo commento su un altro blog e ho scoperto che siamo anche concittadine... Ecco scrivo solo per dirti che credo che tu sia una donna straordinaria con una gran forza e una voglia di vivere (e non di sopravvivere) ammirevole. Giorno per giorno ti "vedo" rinascere. Spero che il nuovo anno e gli anni a venire ti restituiscano la felicità che il 2012 ti ha così violentemente strappato. Possibilmente con gli interessi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Michela! Speriamo di trovare la giusta serenità in questo nuovo anno. Grazie per le tue parole, lo dico e lo ridico (e non mi stanco di farlo)è per me di conforto sapere di non essere sola in questo viaggio. E quindi sei di Terni anche te? Il mondo è piccolo davvero... un bacio

      Elimina
  6. io se stai meglio sono felicissima <3

    RispondiElimina