mercoledì 23 gennaio 2013

Giorno 90 - terzo gradino

Il tempo passa, anzi è passato. Ma il tempo non aiuta. Non è vero. Il tempo scorrendo ha modificato i ricordi e la realtà. Dallo stato di confusione si è passati allo stato di realizzazione. E questo fa malissimo. Sono giorni strani questi, forse è solo la sindrome premestruale.... Sì perché io non ci credo che resterò incinta di nuovo. Non ancora almeno. Psicologicamente sono ancora troppo fragile e dove c'é insicurezza, fragilità e dolore,  non nasce nulla. Ma non ho voglia nemmeno di voltare pagina, sento di aver bisogno ancora del suo ricordo. Di bagnarmi ancora di lacrime per Alby.

E quanto mi fa male dirmelo. Io che sembravo così ottimista, così sicura di volere il futuro, di andare avanti e avanti...e invece sono precipitata drammaticamente. E non riesco a risalire, questa volta non ci riesco proprio. Questo mi spaventa. Forse saranno necessari solo altri giorni, solo altre lacrime. Sì, per forza. Non sia mai che Silvia si lascia andare, no no, non posso proprio.

Mi manca. mi manca tantissimo. E non lo accetterò mai. Ho pensato anche che probabilmente sto idealizzando tutto quello che doveva essere, che si tratta di una sorta di amore platonico, e questo è l'amore che fa più male, quello che non ti lascia respirare.  Ma è anche quello più bello, perché ideale e perfetto. Senza sbavature.

Andrea scherzando ieri mi ha proposto le "pasticchette magiche " che prende la madre... per carità. Niente medicine, niente surrogati di serenità. Com'è che dicevo? Dal dolore si trova la forza? Uhm. Sì..ma se la perdi? dove la ritrovi? in cosa? Saranno gli ormoni...decisamente.

Troverò di nuovo la forza, all'improvviso, così come l'ho persa.

Si dice che il passaggio dalla giovinezza all'età adulta ci sia nel momento in cui perdi la spensieratezza e ti trovi ad affrontare le prime difficoltà. Come dicevo altre volte io mi sento come Matusalemme (che poi leggendo la Bibbia ho capito perché si dice Matusalemme...tra tutti i tizi longevi menzionati, questo è quello più vecchio, almeno credo si dica per questo). Sono cresciuta.
Lo diceva anche Vasco... "è la vita ed è ora che cresci, devi prenderla così", ho i diari di scuola pieni di questa scritta, con Anto ce lo scrivevamo dappertutto.

Non lo so... sono in transizione, dalla realizzazione all'accettazione (?).  Oppure mi sto per deprimere. No, la seconda la escludo.

Torta con la ricetta di Anna
Ho fatto un'altra torta di mele. Con la ricetta di Anna. Esteriormente era bellissima...quando l'ho tagliata per darne un pezzo a Stefano ed Emy (che mi avevano dato un limone e quindi ho barattato) mi sono accorta che al centro era ancora cruda... l'ho rimessa la forno...ma oramai... si mangia lo stesso eh...ma non mi è venuta benissimo. Uff. Forse era basso il forno, o forse l'ho tenuta poco...o forse perché non ho messo il liquore come consigliava la ricetta...
Ieri sera ho rivisto cast away, alla fine del film fa un discorso che è praticamente quello che ho fatto io molte volte...quello della sopravvivenza. Siamo in contesti diversi ovviamente, io posso permettermi di fare torte alla mela, mentre quello doveva mangiare granchi... Andrea si è preso l'influenza, questo vuol dire che a breve la crocerossina  Fausta arriverà a casa mia.  Figlio cor'e mamma. Mamma, non moglie. Speriamo solo che non me la prenda anche io...







Scrivere fa bene, mi aiuta, mi sento già meglio. Forse è solo un passaggio obbligato quello che sto attraversando, dopo tornerà la discesa. In fin dei conti è il 3 gradino. Sembrano tanti giorni...ma sono ancora pochi, tanti giorni di mancanza, pochi per dimenticare.


...stupendo è una canzone di vasco che mi piace molto, ha segnato, come dicevo l'adolescenza. E io non voglio diventare grande... anche se mio malgrado lo sono già.



11 commenti:

  1. silvia la questione è che l'unica arma che abbiamo per sopravvivere a tutto questo è che il dolore va guardato in faccia e va vissuto tutto, fino all'ultima goccia.
    C'è un tempo per il dolore e un tempo per la gioia. Non si tratta di ottimismo e pessimismo.
    Il dolore è un sentimento come la felicità, e ha un nome e un cognome. Non possiamo saltarlo. E' successa una cosa brutta. Bruttissima. Gravissima. Non è altro che questo. E questo è il momento per addolorarsi. Poi, con il tempo, il dolore si trasforma in capacità di "sentire" i nostri figli sotto altre forme.
    E non è che scompare il dolore con il tempo. No. Si mette in un angolo del nostro cuore e si sedimenta, ed entra a far parte del nostro dna.
    Ci sarà lo spazio per altro.
    Te lo prometto Silvia.
    Ora prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno e stai con Alby se ti manca.
    Sei una mamma e ne hai bisogno.

    ti abraccio

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Quando l'enormita' e l'orrore di quello che e' successo torna a prendersi lo spazio dentro di noi non c'e' posto per nient'altro.
    La realizzazione e' pesante e difficile da vivere, perche' comincia proprio a rendersi tangibile l'assenza, si figurano tutte le "prime volte" che non ci saranno, le opportunita' d'amore (anche imperfetto) negate, la mancanza fisica, di carne, terrena, quotidiana.
    Come possiamo accettare quello che e' stato? Non si puo', Silvia. Non lo accetteremo mai, perche' mina e tradisce la nostra natura piu' intima e profonda, e lo fa in continuazione. Questo forse significa "cambiare dopo", vivere nella contraddizione di donne a cui manca e manchera' sempre un pezzo. Io mi sento cosi', e credo che non potro' mai accettarlo. Non dimenticheremo...questa e' una verita', un assioma direi.
    Guardando alla me buttata su quel lettino di travaglio -negli ultimi giorni mi capita spesso- provo una pena infinita, soprattutto per la mia bimba che non c'era piu', ma anche per quella piccola donna che la portava dentro e che stava gestendo una cosa troppo grande, immensa. Una pena...
    Allora la guardo (mi guardo) e penso che vorrei darle una carezza, per tutto quello che ha dovuto vivere e che sta vivendo.
    Fai lo stesso con te stessa, anche se ti fa male. Pensa anche un po' a te in quel contesto, con quel carico di tragedia addosso. E pensa a come sei ora, ai piccoli passi che hai fatto nonostante quella tragedia. Pensa a voi due, a te ed Andrea, ai vostri sforzi.

    Non posso cancellare la tragedia. Imparare ad abituarmi a questa nuova condizione, cercando faticosamente altre forme di vivere, questo posso farlo. Possiamo. Ma e' un processo che richiede energia, tempo, tanto tempo, ed impegno. Noi ci stiamo sforzando di ricostruirci, io, tu Anna, Anto e tutte le altre, con modalita' che non sappiamo, che scopriamo giorno per giorno, insieme alla fatica che cio' comporta.
    Altro non possiamo fare. E secondo me facciamo gia' tantissimo. Davvero. Siamo indulgenti con quelle bimbe-ragazze-donne-madri buttate su quei lettini, in attesa del loro destino.
    Ti abbraccio, oggi un po' piu' forte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mi stai facendo piangere.
      mi sono immaginata mentre accarezzi quella donna, che è tutte noi.
      grazie infinite per tutto l'amore che questo dolore sa tirare fuori.
      Questo è un dono grande che ci fanno i nostri figli.

      Elimina
  4. ciao Silvia...prima di scriverti ci penso su mille volte
    scrivo e cancello
    ti vorrei dire tante cose ma ho paura di esagerare
    io ho due figli oggi
    ma sono stata mamma 4 volte
    e dal quel primo test che ancora conservo
    da quell'esperienza durata 11 mesi
    è cambiata la mia vita.è cambiato il mio sguardo. è cambiato il mio rapporto con mio marito. con il mondo...
    Silvia è questo che ti voglio dire.
    La maternità cambia noi donne.
    La maternità che inizia con due lineette rosa, poi cambia anche quello che vedi attorno a te.
    Io non ci credevo all'inizio. Mi dicevo che tutto quel dolore e quell'amore che vanno sempre a braccetto...ecco mi dicevo che sarebbe passato. che avrei dimenticato.
    E ho pianto, mi sono depressa, poi sono diventata incazzosa, poi mi sono depressa di nuovo, ho odiato e a un certo punto mi sono anche rassegnata. Ecco mi succede ancora. Anche se ho due splendide creature...perchè ci penso sempre ai loro fratelli, che ho tenuto dentro di me con tutto l'amore e le cure possibili. Ha ragione Anna a dire che il dolore va vissuto e non lo si dimentica. MAI. Quando sento la paura che arriva, quando rivivo quei giorni di dolore, bhe non scappo più. Li accetto così come quando arriva la serenità. Silvia hai tutte le ragioni per sentirti così. Che altro pretendi da te stessa? sei una forza, sei una Donna eccezionale e vedrai, sarai mamma di nuovo. Quando lo vorrai e quando il tuo cuore sarà pronto per ripartire con quel sentimento in più che ormai fa parte di te. Ma di Alby non ti dimenticherai mai, non avere paura.
    scusami se ti ho parlato di me
    non è un confronto, ci tengo a precisarlo.
    era per dirti che non devi essere troppo esigente con te stessa
    non avere paura ti prego
    non pensare mai di non farcela
    e quando ti capita
    ecco pensa che arriverà presto il giorno in cui con il cuore pesante riuscirai comunque a risalire a galla e che respirerai ancora...a pieni polmoni....la vita, l'amore, la maternità, tutto ciò che desideri...e tutto ciò che ti aiuterà ad affrontare le "apnee" dell'esistenza umana.
    ti tengo nel cuore e ti abbraccio forte.

    Serena

    RispondiElimina
  5. Cara Silvia,
    Anche per me oggi sono 3 mesi e, come te, sono ancora in frantumi...
    Vorrei raccontarti tutta la mia storia ma qui non ci sarebbe spazio a sufficienza.
    Però un grazie te lo devo dire perché solo leggendo il tuo blog ho provato a cercare la forza di reagire (anche se non so ancora se ci riuscirò). Il senso di annientamento che convive ormai con noi credo durerà a lungo, ed io purtroppo non conosco la ricetta per scacciarlo. "Il tempo è galantuomo" dicono, ma io ci credo poco, perché ormai non credo + a nulla, nemmeno in me stessa.
    Ti abbraccio forte in questa ricorrenza schifosa che accomuna i nostri destini.
    Se vuoi che ti scriva alla tua mail, fammi un cenno, ne sarò felicissima.
    V.

    RispondiElimina
  6. silvia un abbraccio forte,il più forte che posso mandarti, spero con il cuore che ti arrivi!

    RispondiElimina
  7. @Anna continuo a ripetermi che non è giusto, che non meritavo questo (non lo meriterebbe nessuno in verità), ma come dici te bisogna conviverci. È che i giorni che passano non fanno stare meglio...e tutto si sta tramutando, io con i miei pensieri, con le mie paure. Tutto in evoluzione. Tornerà il sereno ma saremo diverse. Sono mamma, è vero. Me lo dimentico sempre. Ti abbraccio anche io


    @Elle anche a me capita in questi giorni di rivedermi da fuori e anche io provo una gran pena per quello che ho passato, provo pena anche per quello che sento ora e che sono ora. Ho anche dei pensieri cattivi a volte...del tipo "perché non è successo a tizio o a caio?", "perché non perdono i figli anche gli altri?". E in questi pensieri provo terrore per averli creati. E mi faccio schifo. È vero stiamo andando avanti, ci stiamo ricostruendo una realtà...che è diversa, e forse accettare solo questo sarebbe un vantaggio. Invece mi ritrovo a voler fare le cose che facevo "prima" quasi a cancellare tutto, lasciando il tempo come una linea retta senza interruzione. Invece la retta si è spezzata e devo solo accettarlo, e vivere con questa ferita. Siamo state brave è vero. E so che arriveranno tempi migliori anche per noi, ma non riesco a crederci oggi...oggi sono ancora a pezzi, oggi se penso a quello che ho vissuto in quel maledetto ottobre ho solo voglia di urlare. Elvy cara, ti abbraccio anche io

    @Serena Grazie per la tua storia! È importante per me..perché vuol dire speranza, e certezza di sopravvivenza. E anche che tutto questo resterà per sempre in me. Ricambio l'abbraccio

    @V. per me saranno 3 mesi esatti dopodomani, conto i giorni e ogni 30 fanno un gradino. Poco cambia, giorno in più o in meno, in tutto questo. Ti prego di raccontarmi la tua storia. Mi fa piacere sapere che un pochino trovi conforto in queste mie giornate...ne usciremo.

    @Teleta il tuo abbraccio è arrivato! Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. cara Silvia,
      purtroppo il tempo non lenisce il dolore.
      Il tempo può aiutarti a trasformare il dolore.
      Ora lascialo scorrere e guardalo in faccia, anche se assomiglia ad una torta di mele riuscita male...

      Elimina
  8. vorrei che fosse il prossimo anno..... vorrei leggere altro... vorrei vorrei ma l'erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re... ti abbraccio aspettando insieme a te che passi ....

    RispondiElimina
  9. Dannati uomini, tutti uguali, appena arriva un po' di febbre sembra che debbano morire!

    RispondiElimina