lunedì 31 dicembre 2012

Giorno 67 -fine dell'anno

Ecco una di quelle date che aspettavo. Che bramavo con ansia (oltre a quella del capoparto, che quando arriverà faremo festa grande). Fine dell'anno 2012.

Non che cambi qualcosa, domani sarà solo un giorno in più senza Alby, un giorno nuovo per me da vivere con questa assenza. Ma sarà un nuovo anno e ci si aspetta sempre il meglio per l'anno nuovo, quello che si sta concludendo mi ha fatto proprio un brutto scherzo, e non mi sono divertita per nulla.

Ma come alla fine delle esperienze, come alla fine di un'avventura ci si interroga su cosa sia stato bello, cosa brutto, cosa dimenticare e cosa no; così, sulla base del mio annotare e fare elenchi  ecco che mi accingo a fare una lista delle cose da buttare e  quelle da conservare, più una piccola per le cose nuove da vivere.

COSA BUTTO:

-- Le lacrime che mi hanno gonfiato gli occhi in questi ultimi due mesi, perché non ce la faccio più a piangere, il mio pianto non smuove nessuno e non cambia nulla, per cui tanto vale smettere;
-- i 3 funerali a cui sono stata;
-- i pregiudizi e i preconcetti che avevo su diverse persone;
-- alcune "amicizie" che in fin dei conti tanto amicizie non erano;
-- la paura, perché lo dico senza scrupoli, non mi fa paura più niente, nemmeno la morte;
-- l'apatia, che ho assaggiato e che non mi è piaciuta...meglio essere attivi e avere da pensare e da fare che morire buttati da una parte;
-- scarpe con cui ho camminato fino a qui, consumate e rotte per il cammino dissestato e le scalate che hanno affrontato.

COSA CONSERVO:

-- Il mio amor proprio perché senza non riuscirei nemmeno ad alzarmi la mattina;
-- l'amore tra me e Andrea, rinnovato e lucidato come non mai in questo periodo;
-- le amicizie vere (che si contano in una mano...e forse avanza anche qualche dito);
-- Andrea (ovviamente);
-- la mia famiglia, stretta attorno a me da sempre e per sempre,  che rappresenta la mia forza più grande;
-- i miei bimbi pelosi Ronnie e Pedro;
-- la mia carta di credito, fedele compagna dei momenti tristi, sempre pronta a risollevarmi il morale;
-- le conoscenze fatte in questo lungo anno, le centinaia di persone che ho conosciuto e ognuna delle quali mi ha regalato qualcosa senza saperlo;
-- i ricordi della mia gravidanza, tutto ciò che mi ricorda Alby, perché sono cose preziose che meritano di restare impresse nella memoria;
-- il lavoro che amo e che ho trascurato, ma che ha saputo capire ed ora mi aspetta con 1000 scadenze urgenti;
-- la lavatrice che si era rotta e che ho fatto aggiustare (e che forse avrei risparmiato comprandola nuova);
-- l'avventura immobiliare che ho fatto con Andrea e che spero darà i suoi frutti  nel 2013;
-- la linea nigra che non vuole andare via dalla mia pancia e che a questo punto "mi dona";
-- la tenacia che non mi ha mai abbandonato;
-- una corda a cui aggrapparmi (e non per impiccarmi);
-- la mia autoironia.

COSA VOGLIO VIVERE:

-- Il viaggio regalatomi da Steff e Leo;
-- una vacanza in Sardegna con lo scooter nell'estate;
-- un w.e. con gli amici in una capitale Europea;
-- incontrare Deb perché abitiamo vicino ma non ci siamo mai viste sebbene ci si conosca virtualmente da più di 2 anni;
-- imparare sul serio In Design;
-- iniziare un progetto nuovo di lavoro;
-- finire il progetto che "non sopporto" ;
-- leggere tanti libri che aspettano di essere letti;
-- guardare la nuova serie di grey's anatomy;
-- perdere i kg in eccesso e tonificare tutto il corpo (che sembro una vecchia in decadenza), quindi andare a nuoto 2 volte alla settimana;
-- farmi crescere le unghie  e iniziare a farmi la manicure per bene;
-- imparare a fare l'apple-pie;
-- imbiancare casa, comprare un condizionatore e cambiare le mattonelle del terrazzo;
-- andare alla fiera del libro di Torino, visto che sono 10 anni che dico dico e poi non ci vado mai;
-- andare alla fiera del libro di Francoforte (se riesco ad andare a Torino, posso anche a Francoforte, no?)
-- tagliare le unghie dei piedi di Ronnie che ce l'ha troppo lunghe e sembra un gatto con i tacchi quando cammina;
-- farmi crescere i capelli fino a che posso (senza cadere nella tentazione delle "spuntatine");
-- comprarmi un iPad dopo avergli trovato un'utilità effettiva;
-- guidare in autostrada da sola;
-- diventare ricca (:-P)
-- scarpe nuove  per passeggiare, senza aspettarmi improvvise scalate.

Se guardo questa lista mi rendo conto che sono più le cose da vivere e conservare che quelle da buttare. Il che è indice di fortuna. Il bicchiere è mezzo pieno. Sempre. 
Ieri mi è stato detto che l'aver affrontato tante prove nella vita è sintomo che "qualcosa di grande" sia in attesa all'orizzonte. Lo spero. Ma è vero anche che qui ognuno ha il suo Karma e che se in passato ho fatto cazzate ecco che le devo espiare... Sono certa di essere abbastanza forte da andare incontro al futuro, al destino. Pronta ad affrontare altri ostacoli, anche se penso che un po' di fortuna debba passare da qui per forza. Sempre per il Karma e affini la vita è come un fiume, puoi decidere di affrontare mulinelli, rapide e ostacoli remando contro la corrente o puoi decidere di farti trascinare a riva. Io ho il remo in mano e navigo verso una luce che intravedo e che davvero mi scalda il cuore.

Il giorno del funerale di Alby le mie amiche "mamme di novembre" hanno acceso una candela alle 15, ora di inizio della funzione. Il mio piccolo è stato accompagnato, oltre che dal nostro amore, anche dalla luce di tante candele. Eccole qui, me le ha mandate Julia dopo averle "raggruppate". È stato un gesto meraviglioso e per me importante. Questa è testimonianza tangibile del fatto che in tutto questo io non sia sola. Esistono affetti, legami e conoscenze che ti cambiano e ti toccano nel profondo, loro sono state e sono questo, alla faccia di chi mi prendeva in giro perché frequentavo un forum. Quante cose ci sono ancora da imparare? Quanto da buttare via? Quanto ho capito della mia vita in questi 67 giorni? Tanto. Davvero tanto. Non so se stia diventano migliore come pensavo un po' di tempo fa, ma sicuramente con una coscienza differente. Ho toccato con mano la morte e la vita. La vita vince, sempre. 


Che sia un anno migliore del passato, che mi porti la serenità che avverto in alcuni istanti, che porti ancora amore, e ancora tenacia. Che il bicchiere si riempia sul serio, con scarpe leggere ai piedi e occhi che sorridono innondati di luce. 
 


Alberto sei stata l'avventura più bella che io abbia mai vissuto.







sabato 29 dicembre 2012

Giorno 65

Ieri sera tombolata. Magro bottino...ma sono stata contenta lo stesso. 

Oggi pranzo da Steff con gli amici, bagno rilassante (di quelli fatti per bene), tra un po' accendo il camino, Andrea e gatti che ronfano sul divano. Insomma tutto tranquillo.

Mi domandavo prima se fosse "sana" questa forza di reazione che ho. Perché  alcuni mi hanno detto che "non ce l'avrebbero fatta al posto mio", che sto dimostrando di essere "tanto forte".  Ancora su questa forza, che scaturisce dalla semplice sopravvivenza e che forse non tutti sanno di cosa si tratta.

Io credo davvero che si tratti solo di amore. Amore per me stessa e per la vita. Lo dicevo l'altro giorno: dolore, forza, amore. Una trasformazione di queste emozioni, un bacino comune di appartenenza, l'amore. 

Ho comprato 3 cuori per la camera di Alby, 2 cuori intrecciati che ho messo sulle maniglie dell'armadio, e uno con scritto "YOU are always in my heart" che ho appeso all'omino sulla luna che è il lampadario. 

Eppure inizio a crederci che tutto si "aggiusterà", ci credo proprio che si tratta solo di ricominciare la partita, che sia tutto pronto, bisogna solo tirare i dadi e cominciare ad avanzare. sono sul nastro di partenza. Aspetto che gridino il Via! Lo dicevo che mi voglio vestire solo di speranza. E lo sto facendo. 

Niente da aggiungere, mi sembra tutto così limpido. Eh già!

...sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua, ci vuole abilità eh già! Il freddo quando arriva poi va via...



venerdì 28 dicembre 2012

Giorno 64

Non riesco a scrivere quello che sto provando ora... non esistono le parole giuste per poterlo fare.

Eppure dovrei trovarle.

Candele per Alby, quante candele avete acceso amiche mie? Avete illuminato la sua strada, avete illuminato il suo cammino mentre si allontanava da me.

Candele per Alby. Ne ho comprate anche io, ma non le ho ancora accese. Forse perché avete illuminato anche la mia di strada? Credo di sì, che sia proprio così.

Sento solo di dover dire grazie... Quanta luce amore mio piccolo. La vedi, vero? Perché io in questa luce ti vedo e cammino con te, e soprattutto non siamo soli, non lo siamo mai stati.

Alby ricordi quante volte ti ho fatto sentire questa canzone? Mi mette di buon umore, eccola ancora per noi.





giovedì 27 dicembre 2012

Giorno 63

Ho riattivato il mio account fb. Ho nascosto, cancellato e sistemato la lista amici. Sembra una cazzata, ma è un passo importante, un segno di accettazione.

Sembra una cazzata ma non lo è. Brava Silvia. Maledettamente Silvia Maschio, con tutto quello che questo comporta. Passato, presente, futuro. Ma soprattutto futuro plasmato anche dal passato.

AGGIORNAMENTO

Respiro a pieni polmoni, perché rischio di soccombere all'emozione che mi avvolge. Quanti messaggi... quanti pensieri. Quante persone ci sono intorno a me? Non esistono mostri, esiste solo la paura del buio, ma accendendo la luce sparisce anche quella.

Sono andata da Alby perché Vale e Alberto avevano lasciato per lui, fuori dalla cappella, una piantina di rose bianche, rose per il mio bimbo bello. Non ho pianto. Per la prima volta da Alby senza lacrime, ma con quella speranza che mi sono messa addosso e che mi aiuta. Ho fatto una strada diversa per uscire dal cimitero, ho passeggiato tra altre tombe, tra altri amori. C'era il sole e la condensa dei vetri faceva brillare le varie cappelle. Mi sono sentita serena. Speriamo duri ancora un po'. Tanto se cado mi rialzo.

mercoledì 26 dicembre 2012

Giorno 62

Abbiamo rivisto un filmato di 16 anni fa. Estate 1996, eravamo giovanissimi, io e Andrea non stavamo ancora insieme... (Andrea con un miliardo di capelli, io con l'apparecchio ai denti).

Quanta spensieratezza... che bello. In una scena ci siamo io Andrea e Antonella seduti a parlare su una panchina. Pensare e sapere che è una scena ancora attuale...mi ha fatto sorridere. 16 anni fa non avrei mai immaginato che saremmo stati ancora insieme. Sapere che ho persone della mia vita che mi sono accanto da sempre...un amore adolescenziale che è diventato l'amore vero, un'amicizia adolescenziale che è diventata l'amicizia vera.  A questi aggiungo un numero ristrettissimo di amici sinceri che mi hanno dimostrato di "esserci".  Non so ecco il senso di completezza che mi fa stare bene.

Quante cose belle ho vissuto, quante ne vivrò. E non è una domanda, è una certezza.

lunedì 24 dicembre 2012

Giorno 60 -secondo gradino

Con oggi raggiungiamo i 2 mesi di presenza-assenza. Due mesi fa morivi prima di nascere. 

In questi ultimi due giorni mi sono resa conto che la realtà da affrontare è meno dura di quella immaginata. Che anche se può far male viverla, si tratta di un dolore acuto, del momento, subito dopo lascia posto a un senso di indolenzimento, ma non brucia più.

Sto iniziando a rassegnarmi. A smettere di dirmi "se". Anche perché se continuassi rischierei di impazzire e non me lo posso proprio permettere, me lo devo. In fin dei conti con i "se" non ci si fa davvero nulla... se lui fosse nato vivo sarebbe stato tutto diverso, per forza.  Ma potrei dirmi che se io fossi una milionaria anche sarebbe tutto diverso, e così via. Lui è morto,  non c'è, non è esistito un dopo, ma solo un durante.  E basta.

Sento di aver bisogno di speranza. Non di fiducia, di forza, di comprensione. Ma di speranza.

Ieri sono andata alla recita di MaVi, ho incontrato Arianna e dopo un attimo di tristezza in cui guardando il bimbo ho immaginato che anche Alby sarebbe stato come lui, ho capito che non è l'incontro con lei o con i bambini come Alby che devo temere. Non devo temere proprio nulla. Fa più paura l'idea delle cose, che  affrontarle in sé (ecco il perché del dolore acuto che diventa indolenzimento). 

Andrea ha detto una cosa dura e giusta ieri sera "non ci sono coetanei di Alberto". È così. Alby è fermo al giorno 0, immobile al giorno 0. Ma è vero anche che non voglio pensare a lui come un evento "passato", lui è stato ed è.  Non sarà, ovviamente.

Sono ancora in piedi, Andrea invece oggi è triste. Non mi ha voluto dire il perché, ma immagino sia un mix di cose, è stato da Alby e dal papà oggi e questo basta a spiegare il senso dei suoi silenzi. 
Io non ci sono andata, invece. Ci andrò stasera se sarà possibile, ho anche un regalo per lui da parte di Marina, un piccolo angelo da mettere accanto al riccio. Mi ha fatto piacere ricevere un regalo per lui che non fosse da parte mia. È da sciocchi lo capisco...ma mi ha fatto piacere. 

Ci sono dei momenti nella vita in cui ho avvertito con estrema nitidezza di "stare bene", di sentire l'intera "completezza" di quello che ho, come rendersi conto improvvisamente di tutto quello che ti circonda. Istanti brevi, scaturiti da un gesto o una situazione. Per un istante anche ieri ho avvertito questo. 

Solo un paio di giorni e questa valanga di sorrisi forzati, di gente che stringe le mani ed esclama "Auguri", sarà passata, un paio di giorni e tutto smetterà di essere amplificato. Per tornare al grigiore della quotidiniatà. Senza "se" e senza "ma", di questo ne siamo certi.



Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo
 


-F. Pessoa-


 

sabato 22 dicembre 2012

Giorno 58

Sono in viaggio. Questo è quello che sto facendo.

Silvia G., la mia amica psicologa (che per fortuna non si è offesa circa il mio pensiero sulla psicoterapia, almeno spero), mi ha chiesto qualche giorno fa come procedesse il "cammino", se fosse ancora salita o se avessi trovato qualche discesa. Di discese non ne vedo, ma tratti pianeggianti però sì.

Ho passato le ultime 12 ore piangendo. Piangevo ieri mentre finivo di incartare i regali, perché non ci sono pacchetti per Alberto, nemmeno uno. E invece ne immaginavo tanti. Piangevo al telefono con Andrea mentre gli chiedevo di comprarmi un po' di carta da regalo (quando dico che a casa Maschio ci sono mille pacchetti da aprire lo dicevo con cognizione di causa), piangevo a cena con lui, piangevo sotto la doccia, piangevo questa mattina con mamma e Steff, con Anto e con Eleonora.

Andrea non si aspettava "potessi ricadere", glielo leggevo negli occhi sorpresi che aveva ieri sera. E soprattutto fa fatica a capire. Ieri sapere che le ovaie-deficienti dormono ancora ha acceso un interruttore... perché io sono pronta per andare avanti, per voltare pagina, il fatto che il mio corpo non lo sia, invece, mi ha spiazzato. Andrea è convinto che sia di nuovo ansiosa, "e questo non va bene", dice, ma non è ansia di dover avere di nuovo un figlio la mia, ma ansia di dire "è andata come è andata, ora però vado oltre". E l'oltre vuol dire vivere serenamente... ma  si costruisce da una ripresa fisica corretta, non da un corpo strambo.

Povero Andrea, lui non sa dei pianti liberatori che mi faccio...di quelli fatti in camera di Alby, quando tiro fuori i vestitini e accarezzo ogni cosa che sia stata "nostra". Ieri ho capito che non posso proprio più liberarmi così... non ce la fa. Basti pensare all'orologio nuovo che si è comprato e su cui ha fatto incidere una dedica per Alby... per averlo con sé. 

L'omino del cervello (a cui è necessario dare un nome a questo punto se lo merita)  mi ha fatto riflettere....mi sono detta che se c'è bisogno di tempo, di tempo devo concedermene. I primi giorni mi dicevo che avrei ricominciato dal mio corpo e questo devo fare. Se il mio corpo non è pronto si vede che davvero non lo sono io, non si dice in fin dei conti: Mens sana in corpore sano? E quindi "armiamoci di pazienza" e combattiamo le paure, le ansie e il tempo. Volemose bene.

L'arrivo del Natale non aiuta, i fantasmi delle fantasie costruite in questi mesi sono arrivati prepotenti e minacciosi, e manca lui, in ogni cosa che mi circonda manca lui. Inutile dirmi "è nel mio cuore", non doveva essere solo pensiero e ricordo, doveva essere contatto. Infinito contatto. Ma tornerà... e sarà un contatto che vale doppio. Come dice Eleonora "si metterà tutto a posto", lo dice anche Steff che "Alby tornerà presto, che ha perso il treno ma che sta qui e aspetta di tornare, che quello che resta è solo la gabbia dell'anima". 

Pertanto chiedo scusa alle mie ovaie-deficienti per averle insultate, chiedo scusa al mio corpo che dopo 20 giorni dal parto ho costretto a nuotare, a fare flessioni e addominali.

E quindi dopo questa caduta rovinosa, mi rimetto in marcia, rimetto nel sacco tutti i sogni caduti, quelli rotti, rimetto anche le paure e l'ansia che un po' ci vogliono sempre, fosse solo per restare ancorati alla realtà.



 


 
 


venerdì 21 dicembre 2012

Giorno 57 parte seconda

Dopo il monologo leopardiano di oggi..sento il bisogno di scrivere. Perché sono incazzata.
Le mie ovaie dormono. Di un sonno profondo, queste deficienti.

La visita del gine evidenzia che va tutto bene ma gli ormoni in giro sono pochi...in pratica sono come un mulo. E le perdite che ho avuto erano "residui". Fanculo mondo. Speravo di poter andare avanti...invece il cerchio ancora non si chiude, sono nel limbo. Avrei voglia di urlare, tanto mi rode.

Il mio utero è vuoto, le ovaie rincoglionite. Ho voglia di piangere, di urlare, di prendere a calci il mondo. Il mio corpo non ce la fa a starmi dietro... detesto non poter controllare alcune cose. E questa è una di quelle. E poi la frase irritante "Devi stare tranquilla, prova a pensare ad altro". A cosa dovrei pensare? Perché io davvero non lo so.  Vorrei addormentarmi e svegliarmi tra un anno. Vorrei, vorrei... ma tanto che me la prendo  a fare...qui non contiamo un cazzo, e quello che vogliamo spetta sempre agli altri, a noi no.

Devo pensare ad altro..vediamo: a fare la maglia? a collezionare qualcosa? a crearmi un hobby nuovo? dipingere? mavaffanculova.

Zittisco l'omino del cervello. In questo momento mi sento maledetta come non mai. 

Giorno 57

A me piace la luna e piacciono le stelle. Ricordo ancora quando Zio Corrado rimase colpito dal fatto che volessi fare Astrofisica. Ricordo una chiaccherata lunga tra di noi, tenutasi in soggiorno a casa dei miei quando ancora avevamo i mobili di pino chiaro.  

La luna è bellissima vista da terra e ancor più vista con un telescopio,  sembra fatta di polvere, di velluto.

Ogni volta che guardo la luna l'omino del cervello esclama: "Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai?". E lo dice sempre, sono anni che me lo dice.

Mi ricordavo che era una "roba" di Giacomino, ma non ricordavo cosa. Così, "sgooglegando", ho ritrovato l'origine della frase. 

E l'ho riletta tutta... e con stupore ho letto "Nasce l'uomo  a fatica, ed è rischio di morte il nascimento". Ho evidenziato i passi per me più belli. Che dire... ho paura di perdermi sempre nelle stesse frasi, così per oggi non voglio dire altro, se non che il mondo ancora gira. I Maya non ci capivano niente, ma chissà perché avevo qualche sospetto. 

Più tardi la visita con il gine, speriamo che mi dica che si è rimesso in moto tutto qua dentro, il cuore ce l'ho fermo e pietrificato, ma spero che presto sia possibile svegliarlo dal torpore. 

XXIII - CANTO NOTTURNO Dl UN PASTORE ERRANTE DELL' ASIA


Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?

Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
E' la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.

Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.

Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perchè dare al sole,
Perchè reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perchè da noi si dura?

Intatta luna, tale
E' lo stato mortale.

Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.

E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,

Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?

Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchè d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perchè giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perchè giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero
:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale.

giovedì 20 dicembre 2012

Giorno 56

Oggi ragiono con i pensierini. Come quelli che si facevano alle elementari.

Questa notte ho sognato che moriva Ronnie. Mi sono svegliata di soprassalto e il peloso dormiva beato a ciambella sul letto, vicino ad Andrea. L'altro peloso addosso a me. Gli ho allungato la vita almeno, povero Ronnino mio...che sogno brutto!

In casa ho una stella di Natale regalatami da Anna.

Domani finirà il mondo. Pazienza, "ci siamo tanto divertiti". Se non dovesse finire ho appuntamento dal gine così vediamo che mi dice.

Il Natale alla fine si farà da Fausta, e non farò i tortellini. Le dinamiche familiari sono meccanismi complessi e di diverse interpretazioni e ho smesso di pormi domande diverse ricorrenze fa. Basta che siamo tutti contenti, no?  A me va bene, basta che stiamo tutti insieme. I tortellini li farò più in là.

La cartella clinica e l'esito dell'autopsia non sono ancora pronti.

Niente di particolare da dire se non che devo risolvere alcuni nodi mentali che ho ancora e che è necessario io risolva presto.

Ho messo il naso in alcuni blog, e mi sono accorta che esistono tantissime storie.... molte più tristi della mia, altre più leggere. Quanti mondi esistono.

Sto meglio, oggi posso dire di stare meglio,  sono orgogliosa di quello che sto diventando e di quello che sono stata. Di quello che sono un po' meno...devo smussare tanti angoli ancora.

Fuori fa freddissimo, devo ancora incartare un sacco di regali.

E come mi dicevo ieri sera... un altro giorno è andato.

...questa canzone è stupenda...











mercoledì 19 dicembre 2012

Giorno 55

Oggi è 19 dicembre. 12 anni fa alle 17:00 avevo il "famoso incidente".

Chissà perché si tende sempre a "ricordare" le date, a dire " a quest'ora... di un anno fa" ecc..  Comunque non mi fa più effetto come qualche anno fa, però me lo ricordo e ogni anno a quell'ora rivolgo un pensiero a Simone che se fosse vivo oggi avrebbe 24 anni. Solo la scorsa estate sono riuscita ad andare a trovarlo, c'ho messo più di 10 anni per trovare il coraggio. Ma mi ha aiutato farlo, quasi un'espiazione della mia colpa, dopo anni di tormento.

E poi come dicevo qualche giorno fa, ora io e il destino siamo pari. 1-1 palla al centro.

Questa notte non ho dormito, ieri sera ho appreso una notizia che mi ha letteralmente sconvolta. Una ragazza che ha perso il suo bimbo come me era di nuovo incinta ma ha saputo che il bimbo è malato. Di un evento analogo si era parlato nel primo incontro AMA di CL, e all'ora io ero "forte" e convinta che certe cose NON potessero ricapitare. Ora capisco quello che intendeva dire la ragazza che aveva sollevato il problema. Ho paura.

Ne ho parlato con mamma, con Andrea non ci sono riuscita, forse perché era l'una passata di notte e lui doveva alzarsi alle 5, in più ha pure mal di gola ed era sotto l'effetto di un aulin...fatto sta che non mi ha dato retta...Mamma invece sì. Per fortuna. E mi ha tranquillizzato. Così prendo i brutti pensieri e li butto dalla finestra. 

Quanta fatica. 

Non vedo l'ora che questo anno bisestile finisca. Gli anni bisestili mi portano sfiga (si dice: Anno bisesto, anno funesto):

-2000 incidente;
-2004 papà di andrea che si ammala, entra ed esce dall'ospedale, io mi laureo, ci consegnano casa ma tutto è privo di entusiasmo;
-2008 dopo mesi di agonia muore il papà di andrea a giugno;
-2012 immagino non sia necessario scriverlo.

manca poco e ce lo togliamo dalle palle.

martedì 18 dicembre 2012

Giorno 54

Questo Natale lo passeremo a casa mia. Ho intenzione di cimentarmi nella realizzazione dei tortellini. Mamma non ha voglia di passarlo da Lei, Fausta mi ha addirittura detto "io posso anche stare a casa, alla fine è un giorno come gli altri". Insomma...sono tutti entusiasti. Ma dato che il Natale lo abbiamo sempre passato insieme voglio che sia così anche quest'anno. Anche se è un Natale "diverso". 
Così, alla fine, Fausta mi ha detto che mi aiuterà con i tortellini e mamma ha detto che "certo, lo festeggiamo lo stesso!".

Coerenza.

Non so se farò l'albero... ancora non ho voglia. Ma sicuramente passeremo la giornata insieme, sarebbe triste e assurdo ignorare la giornata di Natale. Mi è venuto in mente Nonno Gino a questo proposito. Mamma mi ha raccontato (perché io ricordo poco) che gli ultimi Natali passati insieme Nonno piangeva sempre perché convinto "che fosse l'ultimo Natale". Onestamente ci penso anche io. Ma non che sia l'ultimo Natale per qualcuno di noi, semplicemente che sia un Natale da ricordare comunque. Magari il prossimo saremo uno in più.

Ieri sera ho dato sfogo a un pianto liberatorio, uno di quelli che definisco "pianto fatto per bene". Mi manca tantissimo Alby, e tutto quello che rappresentava. Ma non posso farci nulla, se non  sfogarmi e cercare di fare tesoro di quelle che sono state le giornate più belle della mia vita. Il fatto che ha scaturito la tempesta è stato rileggere un quaderno che ho scritto durante la gravidanza. Lo dicevo io che scrivo tanto... troppo. Avevo scritto non perché stessi male, anzi, era un quaderno per Alby, in cui annotare tutto quello che sentivo e che accadeva (compresa la lista delle cose da evitare e cosa NON diventare). In realtà non l'ho scritto fino alla fine, ma solo fino all'amniocentesi, fino a quando non sapevo di che sesso fosse. Chissà perché non l'ho finito... altro segno? Come il vestitino iniziato da Fausta e mai finito? Bho. Comunque rileggendolo mi sono accorta di quanto fossi felice... incredula ogni giorno di più. Mi sono fatta pena da sola. Ho provato proprio pena per me stessa. Che tristezza. Il tempo di sfogarmi, di sentire Vasco "a palla" e ho ripreso coscienza, e pieno possesso delle mie facoltà mentali. L'omino del cervello ha ricominciato a proiettare immagini positive, ha ricominciato a leggermi la lista delle cose belle. 

Il Natale in famiglia è bello, per cui lo festeggeremo e farò i tortellini. Se verranno male ripiegheremo su qualche altra cosa. La Vigilia invece la passeremo a casa di Stef e Leo, lo avevamo deciso già lo scorso anno, quando casa loro era ancora in costruzione. 

Insomma oggi ci siamo, domani? E allora Carpe Diem. Cerchiamo di implementare l'album dei ricordi. Anche se è diverso, anche se sto male, io questo Natale ci sono e lo passo con le persone che amo. Non mi vesto di nero a lutto. Vado avanti e cerco di dimostrarmelo ogni giorno... e non posso certo fermarmi per questa cosa... va contro il principio del mio percorso, di questo cammino che ho intrapreso. Ho sempre detto che la morte si sconfigge vivendo...e quindi vivo. L'ultimo Natale passato in casa mia era quello del 2008, il primo Natale dopo la morte del papà di Andrea, anche allora Fausta non voleva festeggiarlo, non voleva fare nulla (in realtà ogni natale è così...). E anche allora decisi io per tutti. Lo ricordo come un Natale brutto. Ma perché c'erano anche gli zii di Andrea che non si "amalgano" benissimo, ogni volta che ci sono loro si creano "gruppi", anche quando vai a casa loro. I figli arrivano, mangiano e se ne vanno. Così fanno in casa loro, così fanno a casa degli altri. Ovviamente non li inviterò.Non mi interessa se saranno soli, non ce li voglio (Silvia-egoista che prende il sopravvento). Sarà il primo Natale in famiglia per Pedro.

Ho deciso di fare anche la Tombolata con gli amici. Ogni anno per loro è un'incubo...la tombola piace solo a me e ci giocano per farmi felice... poi si passa ai giochi con le carte ecc... durante le feste stiamo spesso insieme la sera (l'anno scorso però non la organizzammo... avevano tutti da fare...chissà perché). Ma quest'anno verranno di sicuro... se la butto sul patetico giocheranno tutti volentieri, fosse altro per farmi contenta!! (Silvia-egoista-paracula).

Ieri alla trasmissione radiofonica di Pinocchio, chiedevano quali fossero le giornate "belle" del 2012 da ricordare. Quelle brutte tendiamo sempre a ricordarle, e più che altro ci sono Periodi brutti, ma i giorni belli quelli sono davvero pochi... ed è vero.  Ora voglio annotarmi quali sono stati e perché, ma senza cadere nello scontato. Lo scriverò nel giorno 67 (31/12/2012), come lista dei momenti belli, a cui affiancherò quelli brutti e i buoni propositi per il nuovo anno (sono fissata con gli elenchi...).

Alcuni giorni mi sento proprio a pezzi... altri mi sento piena di speranza e di forza. È vero, i momenti neri si fanno più radi, ma quando smetterà di oscillare quest'altalena?

Intanto ho fissato una nuova visita dal gine, giusto in tempo per la fine del mondo, voglio che mi dica che "sto bene". Voglio avere la certezza che devo essere serena, e lui ogni volta che ci parlo riesce a tranquillizzarmi. 

Vorrei che tutti intorno mi capissero veramente, e non pensassero che sono "triste", "in lutto", "depressa". Sono triste ma con tanta voglia di riscattarmi. E ce la sto mettendo davvero tutta. Cercate di farcela anche voi. Altrimenti qui affondiamo tutti.



lunedì 17 dicembre 2012

Giorno 53

Giornata tranquilla. Sono riuscita a lavorare senza troppe distrazioni ma con la voglia giusta. Pranzo con Andrea prima che andasse a lavorare. Ora aspetto il tecnico della lavatrice (che aveva aggiustato...peccato che sia ancora rotta), mi bevo una camomilla. Niente da dire di particolarmente rilevante. Lacrime versate: poche. Senso di colpa per pensieri cattivi fatti: non troppi. Pensieri buoni fatti: uno in più di quelli cattivi.

Un altro giorno è andato.

domenica 16 dicembre 2012

Giorno 52

Ho saltato il 51. Ed è un buon segno.

Scrivo quando sto male, quando ho bisogno di fare ordine. Se non scrivo vuol dire che c'è già ordine, o che sto meglio.
Sinceramente non so perché non abbia scritto, se perché stia meglio o se perché ci sia "ordine". Diciamo solo che non ho sentito il bisogno di scrivere. E proviamo a pensare che sia perché vada meglio. Ieri e oggi non ho fatto un granché, un w.e. tranquillo insomma.

Oggi mi ha chiamato un'amica di mamma che, 40 anni fa, ha perso un figlio di un mese, si trattò di mala sanità nel suo caso. Mi ha detto che non dimenticherò mai quanto accaduto ma che la separazione si farà meno dolorosa e che devo "recuperare fisicamente e psicologicamente per poter pensare a una nuova gravidanza e di non fissare il mio pensiero su questo", secondo lei poi, Alby è con me e lo sarà sempre, mi accompagnerà in ogni istante. Questo forse è difficile da credere...sul lato fisico sto recuperando anche se il ciclo che ho avuto non mi ha convinto molto, psicologicamente sto meglio ma non bene, circa il fatto di avere Alby con me, non lo so... ma questa mattina è successa una cosa stranissima. Ho aperto la sua camera, la portafinestra e le persiane, ho lasciato che la stanza si riempisse di aria e di luce...e l'ho lasciata così per più di un'ora. Quando sono andata a chiudere la finestra della sua camera sono stata inondata da un'aria caldissima, i termosifoni erano spenti e fuori era fresco rispetto a quel tratto che ho attraversato. Come una nuvola di aria calda, improvvisa e circoscritta. Non so cosa sia stato, se semplice propagazione del calore (e da laureata in fisica mi viene da pensare a questo..anche se non so da dove sia arrivata quall'aria calda) o se sia stato un "segno". Ovviamente voglio pensare alla seconda ipotesi. Una piccola nuvola di benessere che mi ha scaldato fisicamente. Un abbraccio.

Tornerà, non so quando, ma so che tornerà tutto quello che non è stato. 


venerdì 14 dicembre 2012

Giorno 50

50. La gallina canta.

Ho tanti pensieri oggi, tante cose da dire, ma devo fare ordine e scriverle per bene.

Mentre mangiavo un pacchetto di crecker integrali (che mi ricordano non so perché l'infanzia), pensavo alle frasi che mi sono state dette in questi giorni, ai pensieri che  mi avete inviato, alle canzoni, al "ritornare in vita" che mi arriva da tante persone e che a volte tendo a dimenticare.


Quando ieri ho comprato il cuscino Hope l'ho preso perché ripensavo a quanto mi ha detto Davide, in sostanza nel suo discorso diceva "se c'è la speranza si deve andare avanti e anche se è difficile bisogna crederci a questa speranza, cercare di trovare il lato positivo della visione d'insieme". Poi pensavo a quanto mi ha detto Silvia P, ovvero che ci sono tante cose per cui vale la pena andare avanti, che ho ancora tante cose da fare. La ragazza del forno, malata di Sclerosi, ha detto a mia madre "che almeno io ho la possibilità di avere dei figli, lei no". Ho pensato a Maria e alla storia delle anime assegnate.  Ho pensato a Manuela che mi sta accanto  "con il fiato sul collo che non è oppressione ma calore", a Francesca e Rossella che rivivono in tutto questo il loro passato e con amore di chi sa quale percorso mi attende mi sostengono e mi dicono"che il nero si trasformerà in grigio e poi in grigio chiarissimo, ma che non sarà più bianco". A Daniela accanto a  me dai primissimi giorni a cui con questo blog ho "smosso corde nascoste" e che fa il tifo per me e insieme a me aspetta un'alba nuova da fotografare. A Silvia T. vicina a me per destini comuni e ho pensato alle sue parole della notte polare. Alla mia socia e compagna di viaggio Elle, a cui devo molto. Ad  Emy e alla sua allegria anche nei momenti difficili e alla sua teoria che "se non puoi farci niente allora vivi finché puoi, tanto alla fine moriamo tutti, e fino ad allora 'sti cazzi". Penso ad Anto che mi da' forza sempre, da sempre. Ho pensato a Steff che mi ha detto proprio ieri "che tante persone non sanno cosa dire e come dimostrarmi che ci sono, perché per loro magari è difficile, ma di coglierne la presenza nei gesti sottointesi che compiono". Ho pensato a mamma che mi dice di cancellare quest'anno, di tornare a 10 mesi fa. Ho pensato ad Andrea, a quando avverto che sta per crollare di  nuovo e che se sto bene io sta bene anche lui e viceversa. E pensando a questo, e a tante altre cose, tanti altri gesti che mi sono arrivati in questi 50 giorni... mi sono detta che sì, vale la pena davvero continuare a sperare, continuare ad aprire la finestra sperando che il raggio di sole, seppur timido e infreddolito, scaldi il mio cuore.

Ci sono tante cose oltre alle persone che ho attorno e che amo per cui vale la pena di continuare a guardare avanti:

- giocare e coccolare i miei bimbi pelosi;
- il camino acceso quando fuori piove e fa freddo;
- un bagno caldo con le candele accese,  tantissima schiuma, musica e un libro da leggere;
- un buon libro da leggere anche fuori dalla vasca da bagno (meglio se di autori del Sud America);
- il purè di patate;
- addormentarsi con la televisione accesa e gli occhiali sul naso;
- andare in giro e comprare quando "è il giorno giusto per comprare" (ho giornate in cui spendo volentieri e comprerei mezzo mondo, altre in cui non riesco a comprare nemmeno una caramella)
- "scoprire" il mare dal finestrino della macchina durante un viaggio;
- la neve;
- avere la mano di Andrea nella mia quando andiamo in giro e fa freddo;
- avere la sua mano anche quando è caldo;
- scaldarmi i piedi gelati (sempre) nel letto addosso ad Andrea;
- l'estathe' d'estate;
- la spremuta di arance e un the caldo di inverno;
- la nutella da mangiare con il cucchiaino;
- la polenta che fa papà con le spuntature che fa mamma;
- le polpette che fa mamma come le faceva nonna;
- la vigilia di Natale a casa dei miei;
- il primo pacco da scartare alla vigilia (e scoprire che ne hai ancora un migliaio da aprire);
- le matite e i pennarelli colorati;
- il patè di fegato che fa Fausta;
- aprire la cassetta delle poste e scoprire che non ti scrive solo la banca e bottega verde;
- il torrone "zanzibar";
- il tartufo bianco affogato nel caffè;
- giocare a Monopoli e vincere;
- i programmi cretini in TV;
- l'odore della vernice e della benzina;
- dire a qualcuno che gli vuoi bene senza paura di cadere nel ridicolo;
- avere fotografie da guardare;
- avere momenti belli da ricordare.

Mi rendo conto che si tratta di un elenco stupido...ma non si fa una lista delle cose che ci piacciono e cosa non ci piacciono quando si è in bilico?

Oggi ripenso anche a mia nonna... Nonna 'Ciana. Da quando morì nel '95 la sognai diverse volte, e ogni volta mi raccontò di cose tipo la morte, la vita e altro. Nell'ultimo sogno mi disse che non sarebbe potuta più venire a trovarmi, che avrei dovuto salutare tutti e mi disse "Non smettere di sognare, perché è importante che tu lo faccia sempre", intendeva i sogni in generale, non quelli dell'omino. Da allora non l'ho più sognata, ma ho sempre avvertito la sua presenza, come 12 anni fa prima dell'incidente quando una voce mi disse "stai attenta" poco prima di quel dosso.  E allora continuo a sognare, continuo a dirmi che ho così tanto dalla vita, che forse capirò anche il senso dell'oggi. 

Ho saputo che una ragazza che conosco ha perso il suo bambino oggi, la settimana scorsa un'altra ragazza ancora... erano ai primi mesi, ma hanno subìto una perdita lo stesso. E ho avvertito questo dolore con una coscienza diversa di quella che avrei avuto qualche mese fa.  Sembra proprio che il mondo stia impazzendo... forse è questa la fine del mondo? L'avvicinarsi quanto basta all'assurdo? Alla disperazione? Ho così tanti pensieri in testa... così tante domande. 

Ma la lista ha fatto il suo effetto... e con la speranza nel cuore e i sogni nel cassetto aperto... stasera sono a cena con Emy, ho fatto il purè, e vedremo programmi cretini in TV.





 


giovedì 13 dicembre 2012

Giorno 49

Amore mio quanto mi manchi. Ho sentito proprio il bisogno di venire da te poco fa. 


Ho portato un babbo natale e una piantina di agrifoglio...sono come gli altri, lo ammetto. Cerco di riempire il vuoto, ma non basta. Dalla tomba-mausoleo di Maurizio arrivavano le note di jingle-bells... sono organizzati meglio! Cerco di fare ironia... forse sono patetica, pazienza. 



Comunque a fare compagnia ad Alby, ora, oltre al coniglio e al riccio c'è babbo natale e una piantina. Mi fa bene andare da Alby e stare un po' con lui... i fiori erano ancora belli, ne ho portati altri e dato che erano troppi, la piccola Valeria ne ha avuti di più, tra le altre cose averli incastrati sotto la maniglia di ferro è servito, c'erano ancora quelli della volta scorsa...

La buona notizia di oggi è che sta tornando il ciclo, evviva, evviva! Non sono una da 40 giorni, ma da 50...meglio che 90. Oggi shopping natalizio, per gli altri e per me ovviamente. Ho comprato anche per la cameretta di Alby... è da sciocchi, ma non potevo non comprare. Ho preso tre portafoto di legno a forma di cuore con le tonalità della sua cameretta...voglio metterci le nostre foto e appenderlo in camera, forse è da pazzi, e magari è un "feticcio" ma mi piace l'idea di mettere le foto di me con il pancione e magari l'eco della morfologica. Accanto a questi portafoto c'era anche un cuscino con un orsetto e con su scritto Hope. L'omino del cervello mi ha ordinato di comprarlo. Ho obbedito. 

Tra un po' continuerò con lo shopping... e poi ho appuntamento con Anto per un the in un locale che ci piace tanto, uno di quei posti che senti "tuoi". Mi sto viziando... poco male.  Una mia amica questa mattina mi ha mandato una canzone dei Modà, avevi ragione Rossella, merita davvero... 

...e cambierai la tristezza dei pianti in sorrisi lucenti... 


La verità è che i giorni passano... la disperazione si fa più sorda, la tristezza resta, ma respiro senza sentire dolore.

mercoledì 12 dicembre 2012

Giorno 48

Cosa dire alla domanda: hai figli?

ne parlavamo ieri sera con Andrea, doveva riempire un modulo in cui specificare se fosse sposato, se avesse figli... ha messo che è sposato ed ha 2 gatti. Il tizio che doveva leggere il modulo ha sorriso e non gli ha fatto altre domande (come invece ha fatto con gli altri presenti), la tattica utilizzata da Andrea serviva per "depistare" il tizio, in questo modo magari pensava che ha gatti perché non può avere figli, e non avrebbe indagato. Altrimenti avrebbe dovuto dire "sì ho un figlio, morto", e questo avrebbe comportato oltre che imbarazzo nell'interlocutore, anche spiegazioni e sguardi contriti da parte dei presenti.

Però parlandone ieri sera ci siamo detti che noi un figlio ce lo abbiamo, e non dobbiamo nasconderci di fronte alla morte e non dobbiamo preoccuparci per gli altri,  lui è stato con noi e ci sarà sempre. Che poi fisicamente non sia qui non importa, noi siamo sempre mamma e papà ...  e del resto del mondo, degli sguardi di pena... pazienza. In fin dei conti il problema è di chi fa tante domande, non nostro.

Ieri sera siamo andati a fare dei regali di Natale, siamo entrati nei negozi per bambini... e guardando il reparto dei neonati pensavo "che presto tornerò a comprare lì"...

Oggi è tornata Anna, dice che mi trova benissimo, sia fisicamente sia moralmente. Che non pensava potessi stare così, non che dovessi stare male, ma pensava che stessi peggio. "Sei forte, e fai bene". Anche Anna ha perso un figlio, aveva 5 anni.

È inutile pensare che accadano solo a noi "le cose brutte", perché in realtà accadono a tutti, fa parte della vita. Dietro ogni sguardo, ogni porta e ogni persona, si nascondono eventi più o meno drammatici, è che magari non si sa, non lo dicono. La gente tace. Tace le proprie debolezze, e se può evitare di farlo sapere al mondo è meglio.
Il mio più grande difetto, ma anche il mio più grande pregio è la sincerità, si capisce quello che penso, se provo  a nasconderlo, e non faccio segreto della mia vita, non l'ho mai fatto. Anche perché credo non ci sia nulla da nascondere. A che pro? Per evitare cosa? Invidia? Non credo di averne suscitato ora. Anzi. Forse sbaglio, ma sono fatta così... sono trasparente. Forse a volte anche troppo "diretta". Fa parte del pacchetto "silvia".

Ma mi va bene e accetto le conseguenze di tutto questo.

Sono ancora positiva, ancora carica di speranza per il futuro, perché c'è un futuro e in qualche modo bisognerà pur impegnarlo, non possiamo certo stare fermi ed aspettare. Altrimenti si rischia di stare "come d'autunno, sugli alberi, le foglie". No, grazie.




martedì 11 dicembre 2012

Giorno 47

È decisamente rimpianto quello che sento... e sento che fatico a lavorare, a vivere normalmente. Sento che manca qualcosa, quando mi rendo conto di quanto è successo ovviamente. Forse cerco di dimenticare, di cancellare. Comunque è faticoso. Tutto è faticoso.

 

Vorrei lasciare la camera di Alby con la porta aperta, ma i gatti farebbero casino tra le scatole e le cose che abbiamo messo via.

Spero arrivi presto la primavera e l'estate. Il problema è che dobbiamo ancora attraversare l'inverno... mentre il primo mese è passato velocemente, ora il tempo sembra essersi dilatato. Sarà che in questi giorni Andrea lo vedo poco, tra il lavoro e un corso che sta facendo... sto meglio, mi sento meglio. Ma non sto bene...e come potresti? Ieri ho passato il pomeriggio con MaVi, quando è rientrato Andrea ha deciso di fargli vedere le nostre foto... e lì, dimenticata, tra una foto mia e l'altra abbiamo trovato la prima ecografia di Alby, quella di marzo, di quando il cuoricino batteva forte e lui era di 2mm... non ho sentito dispiacere o rabbia, o disperazione. Ho sentito amore per quel puntino. E tenerezza per me, che avevo messo la sua foto nell'album delle mie foto...insieme alle foto importanti, chiaramente l'ho lasciata lì.

Mi domando fino a quando mi sarà concesso di piangere, di essere triste e/o amareggiata. Perché per il resto del mondo sei forte, e stai andando avanti, ma quante volte cadrò ancora? quante volte riempirò i miei silenzi con i sospiri di chi non si rassegna? Cerco di consolarmi da sola, solo io so quello che sento e come reagire...ma fatica molto anche l'omino del cervello...non sa più che canzoni cantare e quale immagine positiva trasmettermi. Se si esaurisce lui io implodo.

Cerco di circondarmi delle cose che mi fanno stare bene, e di evitare tutto il resto, come in una campana di vetro. Per cui perdonatemi se non rispondo ad alcune mail, se non telefono, se non vi chiedo di uscire o di vederci, sto ricostruendo me stessa e lo faccio senza distrazioni esterne, senza portare pesi, pensieri, frasi di circostanza, ma con un obiettivo solo RITROVARMI. E non si tratta di alienazione ma di egoismo puro, finalizzato.

Silvia Maledetta sta lavorando dentro, nel profondo. Silvia Maschio - work in progress. 

lunedì 10 dicembre 2012

Giorno 46

Le giornate scorrono tranquille, senza se, senza ma. Ieri ho rincontrato una ragazza del corso preparto, ho volutamente evitato l'incontro...così mentre Andrea salutava il marito io mi sono dileguata dal negozio in cui eravamo. Mi è venuto da piangere. Andrea mi ha chiesto se il motivo fosse "invidia", no che non è invidia... è rabbia, è tristezza, è malinconia. Ho rinchiuso le lacrime nel profondo, e sono andata avanti.

In alcuni momenti della giornata annullo completamente quanto è successo, come se io non fossi mai stata incinta, come se tutto questo non fosse accaduto. Non so se sia male. E non so nemmeno perché la mia mente faccia così. Sarà un meccanismo di difesa. Ammetto anche che  le giornate in alcuni momenti si trascinano il sole e la luna. Deve essere così e basta. Poco da fare e da dire.

Aspettiamo, aspettiamo...non ci resta altro da fare.


domenica 9 dicembre 2012

Giorno 45

Non lo so a volte ho come l'impressione che quello che è accaduto, non sia successo a noi. Poi invece, all'improvviso, realizzo quello che è successo...tocco la crudeltà della vicenda.

Continuo a svegliarmi tutte le mattine verso le 6:00, ma da qualche giorno non sento più quel vuoto dentro, quel dolore forte al cuore. Da qualche giorno ho la piena consapevolezza che tutto andrà bene, che i pezzi rotti si riassembleranno e che tutto tornerà a posto. Quanto durerà? Come starò domani? Pagherò per questo respirare senza dolore? Ho paura di sì. Ma non posso fare nulla, forse mi serve stare bene oggi per affrontare il dispiacere dei prossimi giorni. Un recuperare le forze.

Niente sogni rilevanti questa notte...forse perché ho dormito meno del solito. Io sogno molto quando dormo molto. In fin dei conti se sei stanco l'omino del cervello si riposa, poi una volta riposato può darsi da fare e farti sognare. Monologo di una matta.

Tra gli incontri con il mondo ho omesso quello con un tizio che mi ha parlato del raffreddore dei suoi gemelli..."sai è difficile con 2, è stato un periodo molto complicato questo per me e mia moglie, hanno preso tutti e due il raffreddore", immagino. Bisognerebbe scrivere un manuale di comportamento e farlo studiare alle elementari.

Mi sembra di riuscire a riprendere la mia anima...non so come descrivere quello che sento, ma mai come in questi ultimi 2 giorni mi sembra di essere me stessa. Ed è una sensazione meravigliosa ritrovarsi e sentirsi di nuovo un corpo e un'anima, non più un'anima sospesa. E credo fortemente che il mio piccolo angelo mi stia aiutando in questo. 

A proposito di angelo, il prete dell'ospedale, quello che celebrò la cerimonia asettica, ci disse che Alberto non è un angelo, perché gli angeli non hanno un corpo. Non voglio commentare questa definizione, perché rischierei di vomitare parole e pensieri che esulano da questo argomento. Diciamo che il sorriso di circostanza prevalse anche in quell'occasione.

Il mio bimbo è qui con me, e non so se abbia ali o meno, ma so che il suo passaggio luminoso in questa vita ha segnato oltre che la mia esistenza anche quella di tutti coloro che lo hanno conosciuto. Perché Alby faceva parte della famiglia dall'8 marzo. Alby è un bambino speciale, con ali di farfalla.


sabato 8 dicembre 2012

Giorno 44

Ieri sera ho ritirato l'esito di un tampone. Negativo. Invece di esserne felice la cosa mi ha intristito molto. Mi rendo conto dell'assurdità della cosa...ma per me ha significato proprio la fine di tutto, non mi resta davvero nulla della mia gravidanza, se non questa bruttissima linea nigra... Sono tornata quasi come la Silvia di sempre. Ho solo una ferita in più.

Questa notte però ho fatto un sogno bellissimo...ho sognato di essere incinta. Ed ero di nuovo felice, di nuovo con mille emozioni positive. Sono certa che a un certo punto la ruota girerà di nuovo a mio favore. Nel frattempo aspetto e mi preparo.

Ragionando sul fatto che della gravidanza non mi resta nulla...ho pensato che una cosa potevo mantenerla ancora... Anna. Lo so che avevo detto che non avevo più bisogno di nessuno per la mia casa, che mi aveva infastidito il suo discorso per le ripetizioni della figlia... ma almeno questa cosa la posso continuare... e poi non amo moltissimo pulire casa, diciamocelo non è gratificante. Quindi anche se da vigliacca l'ho chiamata, ha detto che per il giorno in cui veniva da me non ha preso mai impegni, che è felice di tornare perché si è affezionata a me e poi mi ha anche detto che la figlia ha qualche problemino in matematica... e vabbhé... scivolone. Impegnerò il pomeriggio in cui Anna viene da me per studiare qualche programma nuovo, per me.

Oggi è l'8 dicembre, giorno in cui quasi tutti addobbano l'albero di Natale. Nella mia famiglia in realtà si è sempre fatto il 24, ma da quando abito con Andrea anche io lo facevo oggi. Chiaramente in casa ora non c'è nulla di natalizio e non so nemmeno se ci sarà quest'anno. Vedremo. Se Andrea lo vorrà faremo qualcosa, ma di certo io non prendo iniziativa per quest'anno. Almeno per ora la penso così, poi magari domani cambio idea. Non voglio pianificare più di troppo.


Fuori fa davvero freddo, dentro di me un po' meno. Avverto una serenità nuova... non so quanto durerà, non posso saperlo, ma ora va bene, ora fa bene. Voglio lasciare di questa fredda giornata due immagini, una di Pedro che dorme mentre sto per pubblicare questo post, l'altra di me (e Pedro sempre!) sempre di questo pomeriggio, di una Silvia vestita con la tuta dell'ikea e  pronta per stirare 5 lavatrici. Almeno domani mi ricorderò di questo benessere salutare. Il dito sul mento serve per coprire un brufolo (ovviamente).

venerdì 7 dicembre 2012

Giorno 43

Questa mattina mi sono svegliata alle 6:00, ma senza quel peso sul cuore, era un peso meno opprimente, meno doloroso. Un peso sopportabile. Mi domando se è così che deve essere, se è così che il dolore si trasforma, da insopportabile a sopportabile. Ho sognato un'incubatrice vuota. Non ricordo nello specifico il sogno ma ricordo l'immagine.

Quanto freddo che c'è fuori. Oggi è proprio una di quelle giornate da passare in casa con il camino acceso... e invece bisogna lavorare (o almeno provarci), bisogna iniziare a pensare ai regali di Natale, perché come al solito il tempo passa e il mondo gira.

Questo sarà il 17_esimo Natale che passo con Andrea. A settembre dell'anno prossimo saranno 17 anni passati insieme, e potrò dire che è metà della mia vita che sto con lui. E mi sembra solo ieri. 

Oggi è una giornata un po' così... nulla di che, tutto lineare.
E ti vengo a cercare di Battiato, cantata dai CSI,  è la canzone che segna la mia storia con Andrea, e oggi la voglio riascoltare.





giovedì 6 dicembre 2012

Giorno 42

Oggi è passato il ragazzo per la manutenzione della caldaia, di questo si occupa sempre Andrea. Ogni anno gli chiede quando faremo un bimbo, quest'anno Andrea era già pronto a dirgli come stavano le cose...invece è arrivato e ha iniziato a dirgli "te non hai figli eh? Beato! Fai bene, sono impegnativi ecc..". Andrea non gli ha detto nulla, lo ha fatto passare dalla camera di Alby però... Chissà se ha capito... quante volte si dicono cose senza sapere dall'altra parte cosa vive il nostro interlucutore... Come me che continuo a fare figuracce sulla storia degli psicologi. In pratica ho constatato che quasi tutti quelli che conosco vanno o sono andati dallo psicologo... e vabbhé. Succede.

Ho deciso che sono come una lampadina a dinamo. Mi carico, vado forte e poi mi spengo. Esistesse il moto perpetuo...
Si dice che quello che non uccide, fortifica. O anche che quello che non strozza ingrassa... come la metti la metti o crepi o vivi. E se vivi non si sa come, grasso, probabilmente...ma forte. Fortissimo. Come si misura la forza delle persone? Come si decide se una persona ha un "grande carattere"?  Su quali basi mi viene detto che sono una persona forte? Perché non sono morta? La verità è che in ognuno di noi c'è questa forza che viene fuori per semplice principio di sopravvivenza, e prima o poi tutti la conosciamo..chi per un motivo chi per un altro. Chi prima, chi dopo.

Non sono forte, sopravvivo con la tenacia di chi non vuole perdere, perché se proprio lo devo dire a me "mi rode proprio un sacco". Anzi, per usare un eufemismo "mi girano proprio i coglioni". È come se avessi giocato a Monopoli e mi fossi ritrovata a Parco delle vittorie con gli alberghi, e non avessi più un soldo, in più a stare due giri di fila ferma e magari anche in prigione (senza passare dal Via!). Insomma è come se avessi giocato e sul finale avessi perso tutto... e ti dicessero "ricomincia, vai avanti". Insomma un Ritenta, sarai più fortunato. Questo mi da' ancora più fastidio...ritentare..perché di questo si tratta, nessuno può darti una certezza sulla vita (ma questo vale poi in generale). Ritenta e vediamo come va. Solo l'idea di ripercorrere le tappe di una gravidanza, mi angoscia. Sarà l'aver letto di storie drammatiche (più della mia, garantisco che esistono)...non so forse la dinamo si sta scaricando. Niente pensieri brutti, Silvia. Pensieri positivi, testa alta, sguardo verso l'infinito. Forza Silvia. Avanti, sempre avanti.

Magari dovrei cambiare gioco... a volte cerco di darmi risposte del tipo "non ho figli, posso vedere la tv quando voglio, posso andar dove voglio, non ho orari da rispettare", quasi a farmi un PRO della situazione. Quando ero incinta avevo scritto un promemoria da ricordarmi e da seguire una volta che fosse nato Alberto. Una lista che aggiornavo spesso quando vedevo le cose che non mi piacevano di quelli che avevano figli...voglio rileggerla per vedere che cavolo avevo scritto. Mi ricordo solo "niente vestiti acrilici e colori non abbinati, tanto meno se con mollettone in testa e capelli sporchi", questo perché avevo visto una mamma vestita come una profuga (vestiti acrilici e abbinati davvero male) con i capelli sporchi e il mollettone... e l'aria fiera. Ecco l'aria fiera poteva risparmiarsela.

Non che io sia una che si "vesta bene", anzi, sono monocromatica e sempre in jeans...ma a una certa dignità ci tengo. Devo rileggere la lista... visto mai trovi spunti da aggiungere alla lista dei PRO del non avere figli.


Da oggi ho in testa la canzone di faber "Amico fragile", la frase "lo sa che io ho perduto 2 figli?
Signora, lei è una donna piuttosto distratta...." ecco, me la canto da oggi, anzi il mio omino del cervello la canta...


Ricarico la dinamo, mi vado a fare un the.   


mercoledì 5 dicembre 2012

Giorno 41

La giornata di oggi è stata piuttosto "piena", ma mi soffermerei sulla cosa bella di oggi, la neve. La prima nevicata dell'inverno, me la sono presa di ritorno dai miei. 

La neve la adoro, così come guidare mentre nevica. Il mondo si ferma quando nevica, la natura si zittisce e tutto sembra più calmo. Pensavo "Ecco Alby, questa è la neve...", e sorridevo mentre l'omino del cervello saltava di gioia.

Oggi va meglio, ancora. Come diceva la mia amica Elvira, il percorso che facciamo non è lineare, domani non sarà meglio di oggi, domani sarà. Come? Si vedrà.

Ieri ho letto un po' dei documenti di ciaolapo, di come si affronta tutto questo, delle tempistiche e dei modi. In pratica servono dai 6 mesi a un anno per "ammortizzare", e il lutto (perché di questo si parla) non colpisce solo i genitori ma la famiglia intera. Ovviamente di questo me ne ero già resa conto... soprattutto guardando la reazione di rabbia di mamma... ma sorvoliamo.

Ancora mail oggi, dalla mia fan cinese ;-), e da alcune ragazze del forum di Sintomi...queste manifestazioni di affetto fanno bene al cuore lo dico e lo ridico. Sapere di non essere sola ma di avere persone accanto, anche se silenziose, aiuta. 

Oggi sono tornata in ospedale, mio malgrado, ma è stato più facile di quanto pensassi...anche se ho rincontrato tutti i medici, le infermiere e chi più ne ha ne metta ...queste sono fortune per pochi...che culo ragazzi! Sono stati tutti molto affettuosi, il primario mi ha detto "che mi porta nel cuore"... Ho visto che sul muro accanto alla sala parto c'è ancora la scritta che feci quando nacque Ernesto, un po' sbiadita ma leggibile, in fin dei conti ricordo il 3 piano dell'ospedale anche come luogo di attesa e di felicità, mentre aspettavamo che nascesse Erny, o MaVi. E poi lì è nato anche il mio bellissimo Alby... ed è stata gioia anche se unita alla tristezza. 

Questa notte ho sognato che avevo appena partorito un altro maschio, con un sacco di capelli neri, ed ero felice, lo abbracciavo e mi dicevo "è vivo!", non era bellissimo...ma vivo. Questi sono passi in avanti della mia psiche, ne sono certa... intanto il capoparto ancora non si fa vedere, e lo bramo come non ho mai desiderato. Vorrebbe dire la chiusura definitiva del cerchio, l'inizio del nuovo. Leggendo ci sono tempi variabili dai 40 ai 90 gg... non voglio nemmeno sapere in quale casistica rientrerò, qualcosa mi dice che io non sono una di quelle dei 40 giorni... lo shock subito potrebbe farlo ritardare... e vai.

Vorrei solo che le persone che mi sono accanto provassero anch'esse a superarlo, senza lasciarsi travolgere dal dispiacere doppio, quello della perdita e la tristezza per quanto accaduto a me e Andrea. Vorrei non dover arginare fiumi in piena. Quei fiumi che scorrendo si portano via tutto...

Vorrei solo serenità intorno, per farla anche mia.








martedì 4 dicembre 2012

Giorno 40

Ho freddo addosso, nelle ossa, nel profondo. Abbiamo messo la lapidina di Alby. Ora nella cappella c'è il suo nome stampato, con i fiorellini e la farfalla. L'ho fatta mettere esattamente dove sta lui, né più in alto, né più in basso, lì dove è la sua bara, sopra a quella del nonno.

Le margherite che gli avevo portato una settimana fa erano ancora belle, ne ho aggiunte altre rosse e gerbere nuove. Ho tolto i fiori appassiti. Quando Fausta vedrà la mia composizione floreale sono certa che correrà ai ripari...ci tiene molto al modo in cui mettere i fiori e decisamente la fiorista io non potrò mai farla. Il mondo dei cimiteri è un universo che non avevo mai avuto modo di conoscere -per fortuna o purtroppo-. Ho aspettato mezz'ora davanti al cimitero l'omino delle pompe funebri, è arrivato con un furgoncino, mi ha fatto salire "perché dall'ingresso principale non si può entrare", mentre ci recavamo all'ingresso secondario mi ha chiesto di tenere la lapide di Alby, perché non si rompesse. C'era qualcosa di surreale in tutto questo, mi ha chiesto a quale fila dovesse andare, gli ho detto "15?16? non lo so. So che dall'ingresso principale si deve andare verso il WC e poi girare alla 15", così mi ha portato sul viale principale e da lì abbiamo svoltato alla 15... alla fine siamo arrivati, ma l'omino ha detto che la cappella è alla 19. Si passa per la 15 ma è 19. "Grazie omino, la prossima volta saprò dare indicazioni precise". Mi ha detto con fare orgoglioso che c'era lui il giorno del funerale, "ah sì, l'ho messo io! c'ero io quel giorno, ora mi ricordo", mi veniva da ridere...era proprio orgoglioso mentre montava la lapide  "dove la mettiamo? qui? Va bene? " sembrava che stesse mettendo un quadro in una galleria d'arte. Per colpa del freddo aveva paura che "non attaccasse bene", così dopo avermela fatta tenere ferma a me ha preso un bel pezzo di scoth carta per fissarla "tra una mezz'ora controlla che non si muova e poi puoi togliere lo scoth, ora io devo andare". Ciao omino, vai a "creare altri capolavori".

Sono rimasta con Alby per più di mezz'ora, gli ho parlato tanto... ho sistemato i fiori, cambiato l'acqua, pulito la cappella, pianto, ascoltato il carillon, letto la poesia, riso mentre mettevo quelle gerbere che "sbucano" oltre le margherite. Pensavo che il fatto che sia dentro a una cappella piuttosto che "all'aperto" mi fa stare più tranquilla, mi sembra più protetto, più al sicuro... mentre pensavo questo, pensavo che sono pensieri assurdi...irreali e illogici. Ma forse non c'è logica che possa aiutare ora. Sulla lapide di Alby non ho voluto far mettere N.M., mentre vicino all'ingresso c'è una lapide di una bambina, Valeria, N.M. nel 1981 "per sempre nel cuore di mamma e papà". Porto dei fiori anche a lei ogni volta... la sua lapide è alle intemperie infatti non c'erano più i fiori della volta scorsa, oggi li ho incastrati sotto una maniglia di ferro.  Quante tombe che urlano l'amore di chi è rimasto... davanti alla capella della famiglia di Andrea ce n'è una che secondo me è un vero e proprio mausoleo, un ragazzo, Maurizio. Ha una vera e propria villa... con tanto di tende ricamate, magliette della juve, lapidi con poesie, foto, addirittura decorazioni di natale compreso un albero addobbato e illuminato che gira. Tante tombe hanno solo un nome dorato a caratteri cubitali, Valentina, Federica, Simone. In una c'è una frase di una canzone "Nessuno, nemmeno il destino ci può separare" scritto su 3 metri di marmo. Queste sono le grida di chi rimane... e non riesce a dare una configurazione e dimensione al dolore. Per fortuna che mi sono limitata...solo un carillon, il peluche del riccio e una poesia. Un nome piccolo messo da una parte. E un amore sconfinato che ci unisce, ma che non si vede...altro che 3 m di scritta... il dolore come ho detto tante volte non si può misurare, ma si può avvertire, e io avverto queste manifestazioni come lampante senso di vuoto da riempire come si può. Ognuno a modo suo. 

Quanto freddo oggi. Fuori e dentro. Ho avvertito ancora una volta quel senso di serenità dopo che sono stata dal mio bimbo...ma sento ancora freddo, sento che è tutto ingiusto. Oggi sono solo 40 giorni...quanti ne dovranno passare perché questo vuoto faccia meno male? Io li conto...ma non basta. La vita da vivere è difficile. 

Oggi andrò di nuovo in piscina, mi sento molto a disagio in questo fisico che mi è rimasto... ieri sera siamo stati con gli amici e con mia sorella e Leonardo, siamo stati bene. Mi ha scritto anche Stefania (di Davide), una lettera molto bella, con parole di chi ti vuole bene veramente e ti sostiene. Stefy, "ce la facciamo", ma quante cicatrici ci rimarranno addosso? 

A volte mi sembra che i giorni siano così pesanti da far passare... aveva ragione Andrea più si va avanti e più diventa difficile sopportare la mancanza, l'accettazione. Le fasi di un lutto, una malattia, un evento da superare sono 5:

Rifiuto, Rabbia, Rimpianto, Depressione, Accettazione. Credo di essere a cavallo della 2 e 3 fase. O della 3 e la 4. La 5 è davvero ancora un po' distante...


Ma poi, si potrà mai accettare quanto è accaduto? Prima di andare via ho tolto lo scoth, la "colla aveva attaccato" per bene. Qualcosa che funziona allora c'è.

lunedì 3 dicembre 2012

Giorno 39

Niente da dire oggi. Se non che domani mattina andrò al cimitero per far mettere la targhetta alla lapide di Alby. Quanta tristezza dentro.

domenica 2 dicembre 2012

Giorno 38

Questa notte ho sognato Alby. Vivo. Mi meravigliavo del perché fossimo tutti tristi dato che lui era vivo... era dai miei lo avevano tenuto loro, gli chiedevo se potevo prenderlo, se potevo portarlo a casa. Poi altro flash, vedo Alby sugli 8 anni e lo vedo modificarsi, crescere fino ad avere le sembianze di un ventenne. Mi ricordo che guardandolo dico: "Assomigli a tuo padre, mi sa che i capelli li perderai anche te! Hai una bella stempiatura", ricordo che aveva il mento "a punta" come il mio, aveva gli occhi miei. Ricordo di aver pensato che fosse carino. Mi sono svegliata.

Nella mia mente malata ho pensato che si sia trattato di un regalo di Alby... un dirmi sono con te, questo è quello che sarei stato. Dentro di me ho pensato che sognarlo vivo sia un passo in avanti, visto che la notte scorsa ho sognato di nuovo un funerale con le bare bianche.

Ieri sera sono scoppiata in lacrime, un pianto di quelli "fatti per bene" durato giusto una decina di minuti...poi mi sono "ricomposta". Ero sola perché Andrea era al lavoro e (maledetta me) ho voluto riaprire l'applicazione di Instagram, peccato che avevo il vecchio account di facebook...insomma per farla breve si sono aperte diverse immagini dei bimbi di "mamme di novembre", in particolare il figlio di una ragazza con cui mi correvo solo 1 settimana. In quel preciso istante si è come rifatta strada dentro di me la certezza e brutalità di quanto è successo. Mi sono resa conto di tutto, del fatto che non vedrò mai il primo bagnetto di Alby, o semplicemente mio figlio che mi guarda... ancora una volta, sono crollate le mie difese, mi sono trovata completamente nuda di fronte alla realtà. Ma dopo essermi sfogata mi sono sentita meglio... poi per fortuna è arrivato Andrea, e ho proibito alla tristezza di farsi vedere, l'ho rinchiusa in un angolo profondo. E oggi è ancora rinchiusa.

Diverse persone che hanno vissuto quello che sto vivendo mi hanno confermato che con il passare dei giorni questi "momenti di disperazione" si fanno più radi, più rari. Il dispiacere no, quello non te lo leverà mai nessuno, ma il dolore però si trasformerà assumendo consistenze ed aspetti diversi.

Oggi siamo stati a pranzo dai miei e durante il viaggio con Andrea abbiamo parlato ancora, siamo d'accordo che c'è poco da capire, da analizzare...qui bisogna solo "accettare" la realtà, e non ci sono strade brevi per farlo o parole magiche... bisogna convivere con la tristezza e andare avanti. Quando sono con lui mi sembra così raggiungibile la serenità...ma quando non c'è è più dura, più lontana.

Prima mi ha scritto anche Arianna, mi ha detto che casa sua è sempre aperta, le ho detto chiaramente che ora non me la sento di andare da lei, che mi ricorda quello che doveva essere e che non è. Spero non si sia offesa...ma devo pensare a Silvia. Solo a me stessa e non posso davvero permettermi di farmi del male. Vivo in un equilibrio emotivo ancora molto instabile, sono troppo fragile ancora.

Fuori sta arrivando l'inverno, quello vero. Meglio, mi dico: freddo fuori, freddo dentro. Temperatura di equilibrio raggiunta.

sabato 1 dicembre 2012

Giorno 37





Ieri ancora due incontri con persone che non vedevo da un po'... la prima, una signora che ha il box auto accanto al mio, ha provato a dirmi solo "Ciao", ma poi mi ha richiamato e con le lacrime agli occhi mi ha chiesto scusa per non essersi fatta sentire, ma che non ce la faceva, che anche nella sua famiglia hanno perso un bimbo di 1 mese qualche anno fa... la seconda un'amica di Emy che pensava che fossi "di nuovo in forma" perché magari allattavo...Mi ritrovo a dover consolare le persone, a fargli forza a dirgli "non ti preoccupare, non fa nulla, non potevi sapere" quando le vedi che vorrebbero sparire dall'Universo per averti chiesto di Alby, o di te. Lo stesso capita ad Andrea.

Forse nel fare forza agli altri la facciamo anche a noi stessi. L'unica cosa certa è che ne stiamo uscendo insieme. Prima gli ho chiesto se vuole un altro figlio per davvero o se lo dice per quello che è successo... ha detto di volerlo e basta e di essere più spaventato di prima, anche io sono spaventata... Ieri sera un suo collega gli ha detto che la moglie è incinta e gli raccontava della prima ecografia, di essersi commosso sentendo il battito del figlio...Andrea mi ha detto che avrebbe voluto dirgli "hai pianto perché l'hai sentito...pensa quando senti che non batte più...". Ovviamente sono parole rimaste strozzate in gola.

Con Andrea parliamo quasi tutti i giorni di Alby, di quello che è successo. Sono convinta che ci faccia solo bene. Sono convinta anche che questo blog che io reputo di grande sostegno, sia in realtà una "richiesta di aiuto" verso tutti voi che  leggete, una sorta di "aiutatemi, sto male, ditemi che va bene, ditemi che sto elaborando bene, ditemi quale Silvia vedete, ditemi che c'è un percorso sano che sto facendo". Come se davvero la risposta esterna fosse quella giusta. Non esistono scelte giuste da fare, esistono solo scelte, così come non esiste una risposta corretta. Io scelgo di scrivere quello che vivo, scelgo di rileggermi e rispondo a me stessa...come i matti. Ma sento che funziona, che vedo una Silvia che sta reagendo, che sta ricomponendo i pezzi di un puzzle distrutto all'improvviso. Con calma, con pazienza sto rimettendo tutti i pezzettini sul tavolo, li sto controllando e sto ricostruendo una vita che inevitabilmente è diversa, ricomporrò un puzzle ma senza un pezzetto, quello l'ho perduto per sempre.

Prima di avere Ronnie e Pedro, abbiamo avuto un altro gatto, Lenny. Ha vissuto con noi solo 7 mesi, poi  una malattia incurabile, la FIP (peritonite infettiva felina) ce l'ha portato via. Siamo stati malissimo, io ho  dovuto chiedere che lo addormentassero per sempre quando  non riusciva più a respirare... è stata un'altra esperienza con la morte che non posso pensare di rivivere. Dopo qualche mese arrivò Ronnie, senza neanche vederlo Andrea disse che voleva un nuovo gattino (lui che di animali non ne voleva sapere inizialmente, non avendoli mai avuti a casa) e disse all'amico di suo fratello che lo avremmo preso. Ronnie è un gatto diverso da Lenny (non nell'aspetto però...sempre tigrato) un carattere più duro, uno di quei gatti che "decidono loro quando avere le coccole". Poi è arrivato Pedro due anni dopo (sempre un tigrato), l'abbiamo allevato noi, aveva solo qualche giorno quando l'abbiamo preso insieme ai fratellini. Lo avevano abbandonato lungo la strada (così disse la tizia che li aveva trovati... sarà vero? Mamma gatta comunque non c'era), mi svegliavo la notte per dargli il biberon, lo abbiamo svezzato...insomma proprio come un bambino. Ha un carattere simile a quello di Lenny, è un coccolone, dolce e appiccicoso. Tutto questo per dire che Andrea mi faceva osservare che come per Lenny (prima esperienza di gatto in casa nostra), anche con Alby siamo stati sfortunati.. diciamo che la prima volta non ci viene benissimo. Mi domando se arriveranno un Ronnie e Pedro in versione umana ora. Ma immagino di sì... come dice Isabel (Allende) "non bisogna pensare troppo alle cose brutte, perché poi si avverano" quindi pensandoci dico "Sì, arriveranno un Ronnie e Pedro umani". E saranno diversi, saranno altri.

 Intanto per ora ho ricomposto la cornice del puzzle, piano piano sto cercando i pezzi da aggiungere.

È arrivato dicembre, con il freddo. Novembre è solo un ricordo, ottobre anche. Aspetto fiduciosa l'estate, però.