Con oggi raggiungiamo i 2 mesi di presenza-assenza. Due mesi fa morivi prima di nascere.
In questi ultimi due giorni mi sono resa conto che la realtà da affrontare è meno dura di quella immaginata. Che anche se può far male viverla, si tratta di un dolore acuto, del momento, subito dopo lascia posto a un senso di indolenzimento, ma non brucia più.
Sto iniziando a rassegnarmi. A smettere di dirmi "se". Anche perché se continuassi rischierei di impazzire e non me lo posso proprio permettere, me lo devo. In fin dei conti con i "se" non ci si fa davvero nulla... se lui fosse nato vivo sarebbe stato tutto diverso, per forza. Ma potrei dirmi che se io fossi una milionaria anche sarebbe tutto diverso, e così via. Lui è morto, non c'è, non è esistito un dopo, ma solo un durante. E basta.
Sento di aver bisogno di speranza. Non di fiducia, di forza, di comprensione. Ma di speranza.
Ieri sono andata alla recita di MaVi, ho incontrato Arianna e dopo un attimo di tristezza in cui guardando il bimbo ho immaginato che anche Alby sarebbe stato come lui, ho capito che non è l'incontro con lei o con i bambini come Alby che devo temere. Non devo temere proprio nulla. Fa più paura l'idea delle cose, che affrontarle in sé (ecco il perché del dolore acuto che diventa indolenzimento).
Andrea ha detto una cosa dura e giusta ieri sera "non ci sono coetanei di Alberto". È così. Alby è fermo al giorno 0, immobile al giorno 0. Ma è vero anche che non voglio pensare a lui come un evento "passato", lui è stato ed è. Non sarà, ovviamente.
Sono ancora in piedi, Andrea invece oggi è triste. Non mi ha voluto dire il perché, ma immagino sia un mix di cose, è stato da Alby e dal papà oggi e questo basta a spiegare il senso dei suoi silenzi.
Io non ci sono andata, invece. Ci andrò stasera se sarà possibile, ho anche un regalo per lui da parte di Marina, un piccolo angelo da mettere accanto al riccio. Mi ha fatto piacere ricevere un regalo per lui che non fosse da parte mia. È da sciocchi lo capisco...ma mi ha fatto piacere.
Ci sono dei momenti nella vita in cui ho avvertito con estrema nitidezza di "stare bene", di sentire l'intera "completezza" di quello che ho, come rendersi conto improvvisamente di tutto quello che ti circonda. Istanti brevi, scaturiti da un gesto o una situazione. Per un istante anche ieri ho avvertito questo.
Solo un paio di giorni e questa valanga di sorrisi forzati, di gente che stringe le mani ed esclama "Auguri", sarà passata, un paio di giorni e tutto smetterà di essere amplificato. Per tornare al grigiore della quotidiniatà. Senza "se" e senza "ma", di questo ne siamo certi.
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo
-F. Pessoa-
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo
-F. Pessoa-
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