lunedì 5 novembre 2012

Giorno 11

Ieri l'altalena è scesa bruscamente. Ho trascorso il pomeriggio sul letto...sentendo il carillon, che ascoltavamo tutte le sere... tra lacrime e singhiozzi. Un pomeriggio da dimenticare, da cui ne sono uscita a forza. Come è labile il confine tra la coscienza e l'incoscienza. Sarebbe facile lasciarsi andare giù. In un attimo puoi scivolare nell'oblìo e vedere nero, sempre più nero. Ma i deboli possono fare questo, io no. O almeno, io non voglio.

Verso sera ho ricominciato a respirare...a riprendere il controllo. Ma quanta fatica. Quanto è faticoso aggrapparsi alla vita, ho quasi dolore ai muscoli per la forza necessaria a rialzarsi. Povero Andrea... se mi lascia c'ha ragione. Mi pesa appoggiarmi a lui, ma come dice zia "ha braccia forti che mi abbracciano e mi sostengono", ed io  ho bisogno di lui come l'aria che respiro.

Dovevo andare a sentire Nichi, ma non ce l'ho fatta...ho rivisto "Non ti muovere" bello. Come la prima volta. È strano come riguardando i film o rileggendo libri si scoprano particolari sfuggiti la prima volta, dovrei farlo più spesso. La prima impressione è sempre approssimativa.

Oggi va meglio. Oggi ricomincio a lavorare. Vediamo come va, vediamo se aiuta. Fuori soffia un vento caldo...ma  a novembre non dovrebbe far freddo? Aspetto la primavera.

Devo concentrarmi su altro, devo pensare ad altro. Anche se oggi sarebbe dovuto essere diverso. Si avvicina la dpp (data presunta del parto) si dice che sia il primo grande ostacolo da superare, dopo la morte ovviamente. Mi sento come in una foresta piena di rovi...come mi muovo mi faccio male. Speriamo arrivi presto una radura.

Oggi ci sta bene Just breathe... amore mio... che vuoto che  hai lasciato.







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