È come se sentissi che una parte di me sta cercando di reagire, di farsi spazio tra il buio...come una luce piccola piccola che si fa strada.... sento che ho le capacità per farla avanzare, piano piano ci riesce e poi...improvvisamente si smorza. Questa mattina la vedo di nuovo piccola e traballante ma c'è.
Ieri pomeriggio ho messo via il carillon, l'angel sound e altre cose che avevo ancora nel cassetto del comodino. Ho riaperto i sacchetti di Alby, ho tenuto con me per un po' i vestitini. Oltre alla tenerezza che associo ad ognuno di essi (ricordandomi perfettamente il momento in cui li ho comprati, dove e quale stato emotivo avessi mentre lo facevo), ho provato un'infinita tristezza. Ho pianto tanto. Mi sono scaricata. Poi ho rimesso tutto a posto, con un ordine quasi maniacale., sono uscita dalla cameretta, ed ho richiuso la porta. Ho riaccantonato tutto. Un'altra volta.
Non lo so come sto. Sopravvivo. Questa è la parola giusta.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
{E. Montale}
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