domenica 25 novembre 2012

Giorno 31

Oggi Alberto compie un mese. Alle 10:50 di un mese fa veniva alla luce, il nostro unico abbraccio...sensazione unica, di amore travolgente che non potrò mai scordare. E chi lo vuole scordare poi?

Tra un mese il Natale. E su questo devo lavorarci un po'...ma non oggi.

Ieri è stata una bella giornata. Dopo aver scritto sono uscita e sono andata in Chiesa. Non so per quale motivo preciso... volevo parlare un po' con Fra' Stefano, è una persona che mi piace, che trovo estremamente sensibile e con cui mi sono sempre trovata bene. Forse perché è stato l'unico, quando ha saputo che con Andrea ci saremmo sposati con il rito misto, che non ha fatto pressioni psicologiche. Ha rispettato la nostra scelta, a differenza di tanti altri che hanno provato a fargli cambiare idea. Di Andrea ho sempre ammirato la coerenza, e sono stata felice che mi abbia sposata seguendo il suo (non credo) e il mio credo religioso.

Fra' Stefano dice che il cristianesimo ci dice COME portare la croce, non PERCHÉ. Quando gli ho detto che oltre a questa portavo già un'altra croce (cfr. giorno 14)... bhe c'è rimasto un po' male... d'altronde se si pensa alla sfiga che nella vita ognuno ha e poi si paragona alla mia...bhe vinco di sicuro!

Ho acceso due candele, e ho "pregato" un po'. Prima che rimanessi incinta mi ero riavvicinata molto a Dio, per anni non ero andata più a messa, non mi ponevo il problema. Poi invece c'è stata "la svolta", un ritrovarmi bene andando a messa, un sentirmi "a casa" quando pregavo. Avevo preso l'abitudine di accendere una candela ogni domenica. Ovviamente quando rimasi incinta le candele che accendevo erano di ringraziamento. Ora sarebbe facile dire "non credo più". Eppure non ci riesco.
Quando le cose vanno male ci si "affida a qualcuno", quando vanno bene "anche", è quando rivanno male che si deve incolpare qualcuno e allora la prima cosa che si fa è dire "Dio non esiste". Io non lo so cosa penso. Su questo fronte ho le idee confuse... ma trovo ancora sollievo nel pregare... Sul fatto del credo ci potremmo stare ore... ma questa è una cosa talmente personale, talmente intima... che non basterebbero ore. O credi o non credi. Io per ora sono nel mezzo.

Comunque ieri ho acceso due candele.

Il resto della giornata è passato tranquillamente sono stata con Andrea in giro e mi ha detto che la sera della vigilia il cimitero è aperto, che fanno una messa e poi si può entrare... mi voglio informare perché se è vero voglio andare da Alby.

Ieri ho ricevuto tante manifestazioni di affetto. Ho risentito persone che in questo mese non si erano fatte sentire per "rispettare il mio dolore", ed è stato bello.

Ho sistemato i fiori del terrazzo.Non è morta nessuna delle mie piantine avevano solo perso i fiori ed erano un po' trascurate. Io sono come queste piantine oggi, ho tolto i fiori appassiti di dosso e anche se fa freddo mi scaldo con il sole di novembre.

Questa mattina colazione con gli amici, per fortuna che ho loro, mi continuo a ripetere.
Il resto della giornata ancora da decidere...  si vedrà, tanto programmarsi le cose non sempre porta al risultato sperato, lo sappiamo bene.

... e avanti con un'altra giornata.







4 commenti:

  1. Che bello il tuo terrazzo! I miei gerani aspettano che levi i fiori e le foglie secche, è da troppo che non penso a loro. Voglio togliere anch'io i fiori appassiti...
    Per quanto riguarda la fede, è facile dire "non credo più, Dio non esiste" quando tragedie come la tua, come la nostra, avvengono. E invece è proprio nei momenti più duri che in qualche modo ci dev'essere una rivelazione. Io mi sono allontanata dalla fede molti anni fa, eppure sento che non tutte le nostre lacrime andranno perdute.

    E ieri è stato il primo giorno in cui non ho pianto.

    Buon complimese Alby, ti voglio bene.

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  2. Ciao Silvia.
    Ho letto la tua mail e sono venuta a leggere.
    In punta di piedi, con un po' di tachicardia.
    Se non conosci chi lo prova, il dolore va sfiorato, mai attraversato con forza,
    annusato un pochino, poi va comunque digerito.
    Questo dolore poi è ancora diverso.
    E' un dolore che non ha casa.
    Passa a trovarmi quando vuoi.
    Buona "blogterapia".
    Un abbraccio
    Silvia

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